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Il governo Monti, tasse su pensioni e invalidi


Nuove tasse su pensioni e assegni di invalidità: quanto costeranno alle famiglie

La nuova legge di Stabilità fra aumento dell’Iva, calo dell’Irpef, congelamento stipendio per gli statali, detrazioni, tagli e aumenti, prevede anche una stretta sui permessi previsti dalla legge 104/1992 per il disabile o per la cura di parenti affetti da handicap, per cui la retribuzione per i giorni di permesso (tre al mese) scende al 50% a meno che i permessi non siano fruiti per le patologie del dipendente stesso della P.A o per l'assistenza ai figli o al coniuge.

Ciò significa che, per i 3 giorni di permesso mensili, si prevede una diminuzione della retribuzione al 50% a meno che non si tratti dello stesso dipendente della PA che usa il permesso per sua patologia, o che si tratti di assistenza a figli o coniuge, mentre se il permesso dovesse servire ad assistere genitori disabili non ci sarà l’intera retribuzione.

Per la Cgil, si tratta di un atto di discriminazione che creerà ulteriori differenze fra i cittadini. Ma non solo, perché sulle pensioni di invalidità e di guerra si pagheranno le tasse: nella nuova Legge di Stabilità spunta, infatti, la norma che prevede di inserire nella dichiarazione Irpef le 'rendite' derivanti anche dalle pensioni e dagli assegni di invalidità.

Secondo le stime, pensioni e assegni di invalidità costano 3,8 miliardi di euro l'anno, le indennità di accompagnamento raggiungono addirittura i 12,9 miliardi di euro l'anno. Secondo la Cgia di Mestre, tra aumento dell'Iva, la franchigia e il tetto su deduzioni e detrazioni, anche considerato l'abbattimento dell'Irpef, la nuova stretta di Monti costerà alle famiglie italiane 2,5 miliardi l'anno, circa 100 euro a famiglia in media.

Il governo aumenta le tasse anche sul Tfr


Senza vergogna, fino in fondo. Mentre facevano finta di diminuire le tasse (solo l'Irpef, dell'1%) le stavano aumentando. Persino sul Tfr, ovvero la liquidazione.


Salta la clausola di salvaguardia sulla tassazione del Tfr, che in pratica significa più tasse sulle liquidazioni; aumenta dal 4 al 10% l’Iva sull’assistenza socio sanitaria offerta dalle cooperative sociali; diminuisce il tetto della deducibilità fiscale per le auto aziendali; e si stabilizza per sempre l’aumento delle accise sulla benzina e il gasolio che doveva essere “temporaneo” . Infine, imposto l'obbligo di rivalutazione del 15% dei terreni, indicati nella dichiarazione fiscale. Sono alcune delle novità che emergono dalle ultime bozze della legge di Stabilità approvata dal governo (ma non ancora pubblicata in Gazzetta).
Novità decisamente negative per i contribuenti già colpiti dal taglio di deduzioni e detrazioni che vale già sui redditi 2012.
Grazie alle misure d'austerity del prossimo anno, dunque, gli italiani useranno (e compreranno) ancora meno auto e spenderanno - chi potrà permetterselo - di più per i servizi sanitari.

Tra le novità principali del provvedimento è l’abolizione della clausola di salvaguardia sulla tassazione del trattamento di fine rapporto introdotta nel 2007. 
Dopo la riforma dell’Irpef del 2006, che in alcuni casi avrebbe aggravato l’imposizione fiscale sulle liquidazioni, il governo concesse ai contribuenti la facoltà di optare per la tassazione secondo le vecchie regole, cioè in base alle aliquote e agli scaglioni precedenti, se questo regime fosse stato per loro più favorevole. 
Dal 2013 non ci sarà più questa possibilità, il che comporterà, in alcuni casi, un aggravio fiscale.
Un’altra novità che non sarà particolarmente gradita dai consumatori sarà la stabilizzazione delle accise sulla benzina e sul gasolio che nel corso degli anni sono aumentate in via temporanea per finanziare le emergenze, compresa quella del terremoto in Abruzzo. L’Agenzia delle Dogane aveva deciso nell’agosto scorso un aumento dell’accisa di 4,2 euro per mille litri (servivano a recuperare nel corso del 2012 altri 65 milioni di euro), portandole a 728,40 euro ogni mille litri per la benzina e a 671,40 euro ogni mille litri per il gasolio. 
Gli aumenti dovevano valere solo per il 2012, ma il comma 13 dell’articolo 12 della legge di Stabilità li renderà strutturali. “A decorrere dal primo gennaio 2013 - si legge nella bozza  - restano confermate le aliquote di accisa stabilite”.
Pesante anche l'aumento dell'Iva dal 4 al 10% per le cooperative sociali. Finora assistenza ad anziani, disabili, tossicodipendenti, malati di Aids, handicappati e minori che vivono in condizioni di disagio e disadattamento erano inserite tra le attività ad aliquota super agevolata del 4%. Dal 2013, al contrario, anche se limitatamente alle attività svolte in base a contratti stipulati o rinnovati dopo il 1° gennaio dell’anno prossimo, l’Iva salirà al 10% e all’11% da luglio.
«Si tratta di un meccanismo complesso» si è giustificato il ministro dell’Economia Vittorio Grilli, confermando la retroattività di alcune misure sottolineando e annunciando, a suo dire, un generale effetto positivo per i contribuenti.
«Il taglio delle detrazione vale 1 miliardo di euro, quello dell’Irpef ne vale 6,5. Dunque 5,5 miliardi resteranno nelle tasche degli italiani» ha detto - mentendo spudoratamente come al solito - il ministro. Per la Cgia di Mestre, invece, «l'effetto composto della riduzione dell'Irpef, dell'aumento dell'Iva e del taglio delle deduzioni e detrazioni fiscali costerà alle famiglie italiane 2,5 miliardi di euro». E sembra una cifra decisamente più attendibile.
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