E' una vera e propria corsa contro il tempo quella che e' in corso in
Italia: Banca delle Marche ha bisogno di circa 1,2 miliardi di capitali
freschi ed e' il Fondo interbancario di garanzia dei depositi (Fitd),
alimentato dall'insieme degli istituti finanziari del paese, che dovra'
sborsarli nelle prossime settimane.
Questa banca regionale e' stata posta da un paio d'anni sotto
amministrazione speciale dalla Banca d'Italia, dopo il fallimento dei
diversi piani di salvataggio messi in opera per assorbire perdite per
oltre 1 miliardo di euro ed a causa della sua incapacita' a raccogliere
fondi sul mercato.
Ma il governo Renzi deve agire adesso se vuole evitare di procedere
al primo "bail-in" di un istituto di credito della Penisola sotto il
nuovo regime europeo dei fallimenti, che sarebbe gravido di conseguenze
nefaste per il sistema finanziario del paese.
A partire dal 1° gennaio prossimo, infatti, sara' in vigore la nuova
direttiva europea sulla risoluzione delle crisi bancarie (Brrd), che da
poco e' stata inserita anche nella legislazione italiana. La direttiva
prevede che dopo gli azionisti ed i creditori, siano chiamati a
contribuire in casi di fallimento anche i detentori di obbligazioni
"unsecured" e persino i titolari di conti correnti al di sopra dei 100
mila euro di questo istituto di credito. Un disastro per i risparmiatori
marchigiani, che formano la maggioranza degli - incolpevoli -
correntisti.
Se la Banca delle Marche fallisse, inoltre, l'ammontare da coprire da
parte di Banca d'Italia per i conti correnti che invece sono garantiti
perchè hanno importi inferiori ai 100.000 euro, sarebbe di 7,5 miliardi
di euro. Un cifra formidabile, trattandosi di contanti. Che
innescherebbe probabilmente un secco rialzo dello spread, dovendo essere
reperita sui mercati.
Il governo ovviamente si augura di evitare il ricorso a questa
procedura; tantopiu' che ci sono altri due istituti di credito sotto
tutela pubblica: la Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio e la Cassa
di Risparmio di Ferrara (Carife) esattamente nelle medesime condizioni.
Una catastrofe.
In tutto il Fidt sara' chiamato a mobilitare circa 2 miliardi di euro
in contanti per salvare le tre banche regionali. E saranno le banche
piu' grandi a metter mano al portafogli: Intesa Sanpaolo e UniCredit in
particolare, con un versamento di 200 milioni ciascuna, copriranno il 40
per cento della somma, seguite da Mps, che è tutto dire, viste le sue
fragilissime condizioni finanziarie.
I dettagli tuttavia di questo "salvataggio a catena" devono ancora
essere approvati dalla Banca d'Italia e dalla Banca centrale europea. E
il tempo stringe. Se non avverrà entro la fine dell'anno, moltissimi
italiani correntisti di questi istituti di credito in dissesto si
troveranno ad avere perso tutto. Proprio tutto.
Redazione Milano.
2 commenti:
Ma le persone che hanno acceso un mutuo per la casa in una di queste banche, se la banca fallisse, che ne sarebbe del mutuo??? qualcuno sa rispondermi? Grazie
Continui a pagare..probabilmente verrebbe comprato da una banca sana o da una società di cartolarizzazione ma per il mutuatario nessun problema. Le condizioni a suo tempo sottoscritte non possono salvo delle piccole variazioni delle spese ai sensi del tuo ovvero testo unico bancario
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