loading...

Rc auto,rischio aumento tariffe con l'accorpamento delle provincie!


L'accorpamento delle province recentemente approvato dal Governo Monti rischia di tradursi in un aumento delle polizze RC auto. Secondo uno studio condotto in merito da Facile.it, la riorganizzazone amministrativa potrebbe andare a influire sulle tasche di un milione e mezzo di italiani.

Possibili aumenti fino al 2%. La ragione di questi possibili incrementi è semplice: sull'entità del premio RC auto influiscono vari elementi, tra cui l'imposta provinciale, che può essere compresa tra il 9 e il 16% a discrezione dell'amministrazione locale. "Con l'accorpamento, salvo cambiamenti, sono diverse le province che, inglobate in quelle più grandi, potrebbero fare i conti con un incremento della tassazione fino al 2%", come spiega il sito.

Provincia che vai, caso che trovi. Stando a quanto rivela l'indagine, i cittadini più penalizzati sarebbero quelli della provincia di Parma, che oggi hanno un'aliquota del 14%, ma che rischia di salire al 16% nel caso di accorpamento a Piacenza. Situazione paradossale quella di Treviso: i residenti, dal 1° settembre scorso, hanno visto scendere l'aliquota al 15%. In caso di accorpamento con Belluno tornerebbero al valore massimo del 16%, mentre se la provincia dovesse unirsi con quella di Padova, la percentuale scenderebbe al 12,5%.

L'eccezione di Teramo. Anche i cittadini di Pistoia (che verrà accorpata con Prato, Massa e Lucca) e quelli di Siena (provincia che verrà unita a quella di Grosseto) potrebbero pagare lo 0,5% in più. Al contrario, gli abitanti della provincia di Teramo, con l'accorpamento a L'Aquila, passerebbero dall'aliquota del 16 a quella del 15,5%. F.S.

La stangata natalizia del Bancoposta: il canone aumenta del 60%


Stangata di Natale – I clienti Bancoposta hanno ricevuto o stanno ricevendo in questi giorni una lettera dell’azienda controllata dal Tesoro, con la quale hanno scoperto o scopriranno che rimanere clienti costerà loro più caro.
Proposta unilaterale -  La stangata natalizia è una proposta unilaterale di contratto. Quando il cliente la riceve, significa che la sua banca ha deciso di cambiare i termini, in particolare costi e benefici del servizio. I correntisti possono soltanto decidere di cambiare banca.
Bancopostapiù – Tutto questo accadrà o sta accadendo ai titolari del Bancopostapiù, il prodotto più “raffinato” che viene offerto ai correntisti, quello su cui maggiormente punta l’azienda.
Gli aumenti – Dal 1°gennaio 2013 cambieranno alcune condizioni del servizio. Il canone annuo passerà da 30,99 a 48 euro, con un aumento del 60%. Il secondo aumento riguarda i bonifici allo sportello, che passano da 2,5 a 3,5 euro. In questo caso si tratta di un rincaro pari al 40%. Il terzo aumento riguarda i carnet di assegni: fino ad ora erano stati completamente gratuiti, ma da gennaio si pagheranno 3 euro. Un provvedimento che cerca di disincentivare l’uso degli assegni in favore dei passaggi di denaro elettronici.
La carta postamat – In compenso il canone della carta postamat, che finora costava 10 euro all’anno, viene azzerato.
I motivi – Le modifiche introdotte sono dovute all’incidenza dei costi operativi gestionali sostenuti dall’azienda per l’operatività di sportello e all’aumento delle aliquote iva che gravano sui beni e servizi dei quali Poste Italiane si avvale per la corretta gestione dei rapporti di conto corrente. L’azienda fa notare che i costi dei servizi non venivano aumentati dal 2000, oltre al fatto che i costi del conto corrente Bancoposta sono più bassi della media delle banche italiane.
Le proteste – Non si tratta di cifre clamorose, se si analizzano le singole voci. Ma prese tutte insieme, unito al fatto che si tratta di un prodotto estremamente popolare (i titolari del Bancoposta sono oltre cinque milioni e mezzo) si capiscono le proteste giunte negli ultimi giorni alle associazioni dei consumatori.

http://www.net1news.org/stangata-natalizia-del-bancoposta-canone-aumenta-del-60.html
loading...

Post più popolari