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Sconvolgente: due farmaci fondamentali per la cura contro il cancro diventano a pagamento


malatiUn’inchiesta de L’Espresso sul decreto Balduzzi di Novembre 2012 svela una sconvolgente verità: due farmaci fondamentali per la cura contro il cancro diventano a caro pagamento per i malati italiani. Vediamo perché.
La denuncia viene da un’inchiesta de L’Espresso: due farmaci fondamentali per le cure anticancro sono stati autorizzati dall’AIFA, Agenzia Italiana Del Farmaco, alla vendita nelle farmacie italiane, ma non sono coperti dal Servizio Sanitario Nazionale e quindi non rimborsati.

Ciò significa che i malati di tumore in Italia che si stiano curando con il pertuzumab della casa farmaceutica Roche e l’afibercept della Sanofi-Aventis, dovranno pagare di tasca propria il prezzo delle medicine per le loro cure: la cifra ammonta a 6.000 euro per il pertuzumab nelle prime due somministrazioni, che scendono poi a 3.000 euro ogni 21 giorni di trattamento; per l’afiberceptil prezzo è intorno ai 4.000 euro ogni tre settimane.
Cifre altissime e inarrivabili per la maggior parte dei malati di cancro in Italia, tanto che l’Espresso commenta sarcasticamente che a curarsi dai tumori potranno essere solo i ricchi disposti a pagare tali dazi al Servizio Sanitario Nazionale; oltretutto è una violazione dell’articolo 32 della Costituzione Italiana, che disciplina il diritto alla salute soprattutto per le persone indigenti: ve lo riportiamo pari pari. (fonte:Quirinale.it)
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
Una domanda sorge spontanea: di chi è la colpa di tutto questo? Dell’AIFA, che in un’altra inchiesta portata avanti sempre da L’Espresso è stata messa sotto torchio per capire come mai ci metta così tanto tempo ad approvare dei farmaci, quando le direttive dell’Unione Europea dovrebbero snellire la messa in commercio dei medicinali?
A quanto pare la colpa sarebbe da attribuire al Ministero della Salute e precisamente al decreto firmato dall’ex ministro Balduzzi nel novembre 2012,che prevede l’immissione automatica in commercio dei nuovi farmaci di fascia C già approvati dall’Unione Europea, nelle more della negoziazione del prezzoper la rimborsabilità. Una successiva ratifica datata 14 Giugno pubblicata in Gazzetta Ufficiale ha immesso nel pacchetto medicinali anche i due anticancro, assieme ad un retrovirale contro l’Aids, due antidiabetici, un vaccino contro il meningococco B, un farmaco per il trattamento da iperfosfatemia e uno dei medicinali per la cura della dipendenza da alcol.
malato tumore
La locuzione “nelle more” è quella che beffa la maggior parte dei malati di tumore, perché testimonia l’attesa  che i malati dovranno rispettare mentre l’AIFA negozia i prezzi dei medicinali con le case farmaceutiche per la vendita effettiva, che dati i tempi di approvazione e la scarsità dei fondi della Sanità Italiana può essere quasi indefinita: l’Espresso segnala
dai dodici ai quindici mesi per avere l’autorizzazione dall’Aifa dopo che le autorità europee hanno dato il via libera, e già non si capisce a cosa serva una simile duplicazione; poi c’è bisogno di un altro anno per entrare nei prontuari delle Regioni, e di questo l’Agenzia non ha responsabilità. Ma il dato è drammatico: circa 300 giorni di attesa per i pazienti italiani.
Questo è in breve il rischio che corrono i malati di cancro in cura negli ospedali italiani: dover pagare di tasca propria la burocrazia e l’inefficienza di quella sanità che, una volta, era una delle poche eccellenze italiane.

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