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L’ESPLOSIONE SOCIALE DELLA GRECIA È APPENA INIZIATA

Dopo che Alexis Tsipras ha ceduto al ricatto della Troika e vanificato il referendum dell’estate scorsa in seguito al “waterboarding” del regime incravattato di Bruxelles,
Berlino e Francoforte, la percezione del nuovo “leader rivoluzionario” non è stata più la stessa. Missione compiuta, in poche parole per la Troika.


L’AntiDiplomatico vi ha spesso scritto che la Troika ha voluto portare sul lastrico le banche greche per punire e mandare un messaggio chiaro, da vero tiranno, a tutti coloro che avrebbero osato sfidare anche in futuro la sua autorità nel nome della democrazia.

Dopo la vittoria elettorale del mese scorso, il secondo mandato Alexis Tsipras è vincolato alle misure draconiane che una volta combatteva, rinnegando gran parte dell’ideologia che aveva permesso a Syriza di salire al potere. Il tutto a discapito anche della tenuta sociale di un paese, esperimento sociale di tutta l’Europa del sud, dove è stato distrutto il tessuto del lavoro, rinnegati diritti considerati inalienabili e dove sanità, istruzione e Welfare in generale sono stati annientati. Senza più la possibilità di veder canalizzata la rabbia e la protesta in un partito, scrive oggi Zero Hedge, le degenerazioni possono avvenire.

Oggi è esplosa la rabbia da parte di quegli elettori che avevano visto in Tsipras e Syriza una speranza. Riporta Bloomberg che “ i lavoratori greci sono scesi per strada per protestare. Il principale bersaglio della protesta: Alexis Tsipras. I sindacati – una base importante per il partito del primo ministro – hanno cantato gli stessi cori che Tsipras intonava in precedenza contro i governi dell’austerità”. Giornata di sciopero generale oggi in Grecia con medici e giornalisti che si sono uniti ai lavoratori portuali, dipendenti pubblici e della metro di Atene nel primo sciopero generale da quando Syriza ha preso il potere nel gennaio scorso.

I sindacati greci, ADEDY e GSEE, stanno manifestando contro la decisione di Tsipras di arrendersi ai creditori e imporre misure che sono “l’età buia dei lavoratori”, come l’hanno definita, con l’agenzia di statistica del paese che ha rilasciato gli ultimi dati sull’occupazione che mostrano come 1,18 milioni di lavoratori, il 24.6% della forza lavoro, rimane senza occupazione nel paese. Un paese raso al suolo.

Il sindacato GSEE, in una nota, ha dichiarato che i lavoratori vedono queste misure come causa di “austerità punitiva, povertà e impoverimento” per un paese dove un quarto della forza lavoro è inoccupata. “C’è un rischio di esplosione sociale, con i tagli alle pensioni e aumenti delle tasse all’orizzonte”, ha dichiarato Sotiria Theodoropoulou, ricercatrice allo European Trade Union Institute di Brussels.

In modo molto divertente se ci pensate, Syriza supporta gli scioperi contro le sue politiche. Dal Telegraph leggiamo che: “il dipartimento del partito che si occupa di questioni del lavoro ha invitato la partecipazione di massa nelle strade per protestare contro le politiche neo-liberali e il ricatto dai centri finanziari e politici all’interno e fuori dalla Grecia”.

“Ci attendiamo una grande adesione”, ha dichiarato Petros Constantinou, membro prominente del gruppo di sinistra Antarsya al Guardian. “Questo è un governo che è sotto la pressione dei creditori dall’alto e dal popolo dal basso per la sua incapacità. Non conoscerà tregua”. E Kalomoiris, un noto dirigente di Unità popolare, il nuovo gruppo politico nato dalla scissione di Syriza dopo la resa di Tsipras, chiosa: “In questo paese un lauerato inizia la sua carriera per 750 euro al mese e stiamo parlando che i salari devono essere congelati per i prossimi decenni, con aumenti delle tasse. Come può la gente accettarlo? Siamo al punto che l’esplosione sociale avverrà, è inevitabile prima o poi”.

E dalle strade di Atene in questo momento, qualcosa di molto simile da un’esplosione sociale sta realmente avvenendo.

Leggi dalla fonte originale Lantidiplomatico.it

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