Napoli - Coltivati accanto a discariche, su terreni inquinati. Irrigati con acqua contaminata e poi venduti alle multinazionali del surgelato. I veleni della Campania riguardano tutti, nessuno si senta escluso
non riguardano solo noi che ci viviamo, ma riguardano l'Italia intera. In primo luogo perché siamo tutti cittadini di un'unica nazione e quindi con gli stessi diritti, e, in secondo luogo, perché i prodotti contaminati, coltivati su terre inquinate dai continui roghi tossici, da sversamenti abusivi di materiale nocivo e persino da discariche 'legali' infarcite in modo criminale anche di scarti tossici, finiscono nel piatto di tutta Italia e perfino di una bella fetta d'Europa. Nessuno può e deve sentirsi escluso.
In un servizio intitolato 'La camorra uccide anche senza pistole' del programma TV 'Le Iene', andato in onda ieri sera 1° ottobre, la giornalista Nadia Toffa arriva nella Terra dei Fuochi e mostra tutto il ciclo di smaltimento criminale: i rifiuti tossici trovati interrati o lasciati in strade e campagne per poi essere incendiati non sono rifiuti urbani, ma scarti industriali (molti provenienti da aziende del Nord: si cita la Caffaro di Brescia ad esempio) o frutto di lavorazioni in nero (pellami, vernici, collanti, solventi ecc...). Uno smaltimento, selvaggio e criminale, che abbatte notevolmente i costi per le industrie: costi che pagano i cittadini in termini di salute. I tumori, in questo territorio, sono triplicati in meno di vent'anni a causa soprattutto delle sostanze tossiche ingerite, ma anche di quelle respirate: lo dirà alla giornalista delle Iene, anche Antonio Marfella, medico 'per l'ambiente', che opera presso l'ospedale Pascale.
Toffa si reca sui luoghi maggiormente inquinati, ad alta presenza di roghi e discariche (legali e abusive) accompagnata da Don Patriciello, parroco di Caivano in prima linea contro l'avvelenamento ambientale, e poi da Raffaele Del Giudice, ex presidente di Legambiente Campania e oggi presidente di Asia Napoli, che spiega il meccanismo con cui la camorra sversa il materiale tossico e poi lo dà alle fiamme.
Con Del Giudice, la giornalista si reca anche presso la ex discarica Resit di Giugliano, dalla quale escono fumarole continue prodotte dall'autocombustione di materiale altamente tossico. "Questo è un sito di interesse nazionale (Sin), dovrebbe essere soggetto a bonifica secondo la legge 426 del 1998 e invece è ancora così" dichiara il Presidente di Asia. A due passi, coltivazioni di pomodori e molti altri ortaggi: in terreni interdetti da anni alla coltivazione e, peggio ancora, irrigati con acqua di pozzi contaminati (anch'essi interdetti da anni a causa dell'alto tasso di inquinamento). La cosa ancora più drammatica è che questi ortaggi non solo sono coltivati, ma sono anche venduti al mercato della grande distribuzione come surgelati o in lattina (pomodori pelati e passata di pomodoro). Prodotti contaminati che finiscono, quindi, sulle tavole dell'intera Europa. Pomodori venduti a soli 8 centesimi al kg, una convenienza per chi è senza scrupoli. "Manca la presenza dello Stato, non c'è nessun controllo" dice sia Del Giudice durante al sopralluogo alla Resit ("si tratta di ecomafia, ci vuole l'esercito" dichiara l'ex numero uno di Legambiente Campania), che Patriciello quando mostra i resti di amianto e altre sostanze bruciate e pericolosissime a Caivano (e non solo) denunciate ormai da anni, migliaia di volte, persino all'ex ministro della Salute Balduzzi. Eppure sono ancora lì. Come è ancora lì tutto il resto: un sistema che non si arresta e intanto continua a fare vittime. Uno Stato che si è reso colpevole di molte omissioni, quando non di vere e proprie connivenze.
E se tutto questo non è sufficiente a chiarire in che dramma si trovano a vivere i cittadini campani (in cui comunque, ripetiamo, sono coinvolti tutti gli italiani), ci sono le parole di Filomena a chiudere ogni incertezza. Filomena, appena 26enne, si è ammalata di cancro lo scorso aprile e aveva rilasciato un'intervista a Toffa proprio durante la preparazione di questo servizio sulla Terra dei Fuochi. Pochi giorni fa il suo funerale. Se n'è andata lasciando due figli piccolissimi. E come lei in tanti. Persino i bambini: Francesco, Riccardo, Tonia, Marianna e molti, troppi altri. La domanda è: quanti ancora? e per quanto tempo ancora?
Intanto a migliaia le persone scendono in piazza in questi giorni: chiedono bonifiche sotto il controllo popolare, ma soprattutto chiedono la verità. I nomi di tutti i responsabili, sia tra le fila della camorra che tra quelle delle istituzioni.
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