di Caterina Maniaci
Il governo di Matteo Renzi ha tutta l’intenzione di cancellare la detrazioni per il coniuge a carico. Le donne devono essere incentivate a lavorare, non tanto a restare a casa a badare a figli o anziani genitori. E il mondo cattolico insorge: altro che aiuto alle famiglie, così le si penalizza.
L’intento dell’esecutivo è scritto nero su bianco sulla scheda di sintesi della legge delega per la riforma del mercato del lavoro,
il cosiddetto Jobs act. Un po’ nascosto, certo. Per la precisione, si trova nell’ultima pagina della scheda, dove si fa riferimento al capitolo dedicato alla «Delega in materia di conciliazione dei tempi di lavoro con le esigenze genitoriali». Al punto c) si legge infatti: «Abolire la detrazione per il coniuge a carico e introdurre il tax credit, quale incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli minori e che si trovino al di sotto di una determinata soglia di reddito familiare».
Avvenire, quotidiano di riferimento della Cei, denuncia questa intenzione come un atto che cancella «l’unico sostegno economico per le donne che scelgono di rimanere a casa per curare i figli e gli anziani genitori». Una scelta penalizzante, dunque, anche se economicamente modesta - si tratta di 800 euro l’anno per i redditi medio-bassi, riconosciuti al marito o alla moglie che lavora, mentre l’altro coniuge rimane a casa - ma soprattutto, sottolinea Avvenire, il segno di una «visione puramente ideologica, figlia di una concezione sbagliata della parità, che di fatto nega alle donne una reale libertà di scelta se lavorare fuori casa o dentro, se produrre beni oppure occuparsi a tempo pieno dei figli».
Anche secondo il Forum delle associazioni familiari boccia con forza l’iniziativa del governo e parla di «una scelta che lascia interdetti non tanto e non solo per i suoi significati economici, quanto per le valenze sociali e culturali che porta con se’», come dichiara in una nota il presidente del Forum, Francesco Belletti. Il quale insiste sul fatto che quello previsto dal Jobs act è un atto «ideologico», una «doccia fredda che riporta indietro l’orologio della storia a quando la fatica esercitata nel segreto delle mura domestiche veniva considerata come un non-lavoro o una mansione di serie b». Secondo Belletti, inoltre, si prospetta un rischio ancora più pesante per le famiglie, perché, essendo ormai quasi azzerato il welfare pubblico, l’assistenza ai bisognosi viene per forza di cose affidata alla famiglia. E così «la famiglia si troverà a dover delegare badanti o baby sitter alle quali girare il reddito che si guadagna con l’impiego esterno». Alla fine, insomma, le donne potrebbero rischiare di dover usare il reddito del proprio impiego per pagare chi possa badare ai figli e ai parenti malati. Sempre ammesso che queste madri, figlie e mogli riescano a trovarlo, un lavoro. Belletti infine auspica che «Renzi, dopo aver quasi dedicato la sua manovra anti crisi alla famiglia, dai microfoni di innumerevoli trasmissioni televisive, voglia porre rimedio allo svarione che rischia di metterlo in grave imbarazzo».
Fonte: liberoquotidiano.it
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