di Luciano Lago
La classe politica attualmente al governo, benché abbia cooptato nuovi personaggi di facciata, il Matteo Renzi e la sua corte di vallette del potere, si è totalmente prostrata al servizio dei poteri forti, poteri finanziari esterni che stanno portando la situazione italiana verso uno sbocco catastrofico di affossamento economico, di recessione ed annullamento di diritti.
Tutto il percorso viene attuato anche in forma illegale, in palese violazione di norme ed in assenza di ogni principio democratico di ricorso ad elezioni, con una suprema autorità garante, il Presidente della Repubblica Napolitano, arrogatosi di funzioni anomale non previste dalla Costituzione, il quale in realtà funge da garante delle centrali di potere esterne.
Bisogna tenere presente che, secondo il dettato della nostra Costituzione, il sistema parlamentare dovrebbe essere quello che esprime la sovranità del popolo e ne garantisce il potere legislativo principale (art.1, art.70),alle regioni viene assegnata una potestà legislativa limitata (art.117). Gli interessi dei grandi potentati economici dovrebbero essere subordinati al potere politico, quale espressione della volontà popolare che si dovrebbe manifestare in un governo eletto sulla base di una maggioranza parlamentare. In realtà assistiamo ad una forma inversa ove sono i potentati economici e finanziari che sovrastano il potere politico, svuotato di fatto di ogni efficacia.
Con l’introduzione moneta unica europea, dobbiamo essere consapevoli che abbiamo subito un netto tradimento dei principi basilari della Costituzione e del principio democratico alla base di questa. Un imbroglio e, nello stesso tempo, un marasma economico non percettibile a causa dell’occultamento dell’informazione critica da parte dei media, giornali e TV. L’Europa politica, prima dell’avvento dell’euro, avrebbe dovuto ancora svilupparsi molto sia come istituzioni e sia come capacità rappresentativa dei popoli , con l’aiuto del Parlamento europeo, rimasto con funzioni puramente secondarie mentre al contrario tutti i poteri effettivi sono stati conferiti ad una ristretta Commissione Europea costituita con criteri non elettivi. Di conseguenza è venuta meno quella legittimità democratica in grado di indirizzare l’economia e la politica sociale verso una direzione condiscendente, popolare e sociale.
A questa carenza di rappresentatività si è aggiunta una forma di intransigenza economica di quella che è divenuta di fatto una oligarchia tecno finanziaria, collegata con interessi massonici-bancari, che ha aumentato il proprio potere tecnocratico con la crescente crisi economica. Questa oligarchia ha imposto le sue fallimentari ricette di austerità in base ad una teoria neo liberista non confutabile, dalla quale è derivato un atteggiamento fondamentalista riguardo all’inflessibilità dei parametri della moneta unica. Il fondamentalismo monetario dell’euro, voluto principalmente dalla Germania per imporre l’egemonia tedesca in Europa, ha di fatto eliminato la sovranità degli stati nazionali fino all’instaurazione di una vera e propria dittatura dei tecnocrati di Bruxelles, della Commissione europea e della Banca Centrale Europea (BCE), in pratica della Banca privata di Francoforte. Una teoria funzionale all’affermarsi della tecnocrazia e da cui deriva soltanto disperazione ed arretramento dei diritti e delle garanzie sociali.
Per ossequiare le direttive della oligarchia europea, in materia di bilancio (Fiscal Compact) si è arrivati anche ad una modifica costituzionale fatta in forma di palese violazione delle norme esistenti nel silenzio di quelli che dovrebbero essere i garanti delle norme costituzionali. Vedi: Fiscal Compact incostituzionale
I rigidi parametri adottati per l’euro hanno portato un enorme beneficio all’economia della Germania, che di conseguenza ha potuto rilanciare le proprie esportazioni mentre, grazie agli stessi parametri, sono state favorite le convenienti importazioni dalla Cina e non piuttosto dagli altri stati dell’Unione europea, come invece avrebbe dovuto essere in un sistema solidale. L’altra negativa conseguenza è stata quella di essere sottoposti al pagamento di tassi d’interesse con valori molto più alti di quelli tedeschi. Esiste anche il sospetto (quasi una certezza) che i costi della riunificazione della Germania siano stati scaricati sull’intera Europa, in un’ epoca di crisi, grazie alla facile via dell’europeizzazione del marco tedesco onde evitare che la stessa Germania si assumesse in toto il costo enorme della riunificazione tedesca. Sembra quasi che in Europa sia scoppiata la guerra economica del IV Reich, guerra combattuta non con carri armati e cannoni ma con la moneta padrona, orientata a conquistare ancora la supremazia sul continente.
Le conseguenze dell’euro per alcuni paesi, in primis la Grecia, l’Italia ed i paesi del sud Europa, sono simili a quelle di una guerra persa con distruzione di migliaia di imprese, milioni di disoccupati, nuova emigrazione, miseria per migliaia di famiglie. Per distruggere economicamente una nazione in effetti si può fare a meno delle bombe per usare in alternativa le armi invisibili e strategiche come quelle del mercato o dell’usura.
In pratica la Germania attraverso l’euro, ha imposto il proprio dominio e la prevalenza dei propri interessi in Europa come non era riuscito di imporre neppure al III Reich nel periodo di massima conquista.
Le nazioni europee del Sud Europa (inclusa la Francia) sono divenute vittime di una moneta nata dagli interessi del cartello bancario e dalla ristrettezza mentale germanica. E’ il caso di aggiungere che i tedeschi hanno dimostrato di essere ottusi e di non aver imparato le lezioni della Storia. Lo scrittore Niall Ferguson immagina, tra non molti anni, che gli italiani faranno i camerieri o i giardinieri alle seconde case dei tedeschi. Vedi: Conquiste del Lavoro
Molto probabilmente ha ragione, perché siamo su quella strada, nel colonialismo monetario della Germania.«Viviamo in un’Europa a dominazione germanica, qualcosa che il progetto europeo avrebbe dovuto impedire» (Nigel Farage). L’euro è sempre stata una moneta straniera, o meglio una moneta pericolosa: è davvero molto triste vedere come la Grecia stia diventando un protettorato della UE. Dall’esperienza greca viene spontaneo chiedersi quale sia il destino dell’Italia nel sistema germano centrico. Un probabile futuro da prossimo protettorato ci attende.
Nella Europa dell’Euro sottoposta all’ortodossia neoliberista, la finanza sta soffocando ogni forma di democrazia come hanno rilevato diversi autori inascoltati, alcuni anche tedeschi come Wolfgang Streeck, (vedi Tempo Guadagnato, Feltrinelli) e vari analisti economici i quali avevano messo in guardia dal grande fiasco dell’euro ove sono caduti i popoli europei , ignari della macchinazione che si nascondeva dietro il progetto dell’euro.
A suo tempo lo scrittore Thomas Mann, aveva dato una premonizione ed un avvertimento, preferibile evitare l’incubo di un’Europa sottoposta alla dominazione tedesca, meglio sarebbe prefigurare un futuro con una Germania europea.
Se ci soffermiamo poi ad analizzare con distacco la situazione, in realtà quello che sta accadendo era perfettamente previsto ed era parte di un vecchio progetto criminale di dominazione architettato da una elite finanziaria, ove l’eurosistema era lo strumento ideato per ottenere l’omologazione dei paesi europei, lo svuotamento di ogni sovranità degli stati nazionali e l’accentramento decisionale in organismi ristretti al di fuori del controllo dei governi. L’obiettivo della elite si può dire in buona parte raggiunto ed il costo lo stanno pagando i popoli europei, in particolare i greci, gli italiani, gli spagnoli, i portoghesi e presto anche i francesi.
Da questo incubo non si esce facilmente poiché sono state create delle barriere vincolanti quasi insormontabili. I custodi del” pensiero unico” e politicamente corretto, quelli “dell’Europa che ce lo chiede”, vigilano perché le popolazioni non prendano coscienza e non alterino il corso del processo di spoliazione economica e dei diritti. Il controllo esercitato sui media, sulle strutture cognitive, su quelle di formazione è ferreo, non lascia spazi alla dissidenza. Piuttosto si mettono in pista provocazioni e finte forme di protesta in realtà controllate che rendano innocua e senza sbocco qualsiasi forma di contestazione.
La sollevazione, per avere effetto, dovrebbe partite dal basso, dalle comunità locali, creando forme di autonomia non controllabili, sfruttando le risorse dei territori, con sciopero fiscale diffuso, con l’introduzione di moneta parallela locale per creare forme alternative alla globalizzazione dei mercati. Il discorso è complesso ma non insormontabile e parte innanzi tutto da una presa di coscienza fondamentale: siamo nel sistema della truffa e del grande inganno.
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