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Lo Stato paga buoni per baby-sitter e asilo e nessuno lo sa

Ebbene si: non si tratta di una bufala. Le mamme italiane hanno DIRITTO ad un buono di 300 euro mensili, una somma che di questi tempi farebbe comodo a tante famiglie, ma quasi nessuno ha usufruito della somma perché le famiglie non sanno di avere questo diritto e non lo hanno esercitato! Per questi sussidi - che sono stati introdotti dalla Fornero - il governo ha stanziato 20 milioni di euro, che sono rimasti nelle casse dello stato...

Se conoscete qualcuno che possiede i requisiti, fategli presente questa importante possibilità!
ECCO CHI HA DIRITTO AL BONUS:
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I buoni lavoro sono stati introdotti l'anno scorso con la legge Fornero: stanziati 20 milioni di euro ma senza pubblicità è stato un flop
Buoni lavoro definiti fantasma perché nessuno conosce. La tanto chiacchierata legge Fornero l’anno scorso aveva introdotto un buono mensile del valore di 300 euro per correre in soccorso alle neomamme italiane. Si sa, i nonni sono quegli ammortizzatori sociali che spesso e volentieri danno una grossa mano in famiglia, ma chi non dispone di questa enorme risorsa e fortuna? Ecco appunto il bonus.
Troppo bello per essere vero? Così pare. Il bonus dell’anno scorso infatti è stato un flop. Non servono molti giri di parole e dati alla mano è davvero innegabile: le domande per ricevere il voucher sono state 3.762. La legge Fornero numero 92 del 2013, prevedeva un aiuto alle neomamme che sceglievano di tornare presto al lavoro: rinunciando all’assegno dell’Inps, tornando sul luogo di lavoro, potevano ricevere dei buoni lavoro per pagare l’asilo o la baby-sitter del valore di 300 euro al mese per sei mesi.
1.800 euro insomma che, non solo di questi tempi, sono una buona cifra. Si pensi che erano stati stanziati 20 milioni di euro e le richieste ne hanno consumato poco più del 37%. Fin qui davvero qualcosa non quadra: insomma una mamma che torna al lavoro, ha anche la possibilità di avere un aiuto economico e non lo sfrutta? Dov’è l’intoppo? Una parola che fa rabbrividire: burocrazia. L’iter per approdare alla richiesta questa volta pare davvero tragicomica.




Cosa deve fare dunque una donna per mandare la richiesta? Numero uno: trovare un asilo accreditato presso l’Inps, dove sarà possibile spendere i voucher. Indovinate un po’? Il numero è piuttosto basso. Secondo: accendere il computer e navigare. La richiesta del contributo infatti andava fatta via Internet e pare che anche quest’anno le cose potrebbero andare così. Accedere al sito dell’Inps e in un giorno ben preciso che l’anno scorso cadeva il 28 luglio 2013. Un giorno, non di più perché già che puoi accedere a dei fondi è un miracolo. Terzo: assicurarsi che la connessione funzioni.
Incredibile ma vero, anche per quest’anno e per il 2015 sono stati stanziati i fondi. E allora signore mamme bisogna davvero armarsi fino ai denti. Qualcuno pare si sia accorto dell’approssimazione del sistema per accedere ai voucher ed è stata l’onorevole del Pd Vittoria D’Incecco. Probabilmente ci sarà un altro click-Day e l’onorevole ha dichiarato che però: “Al momento non si sa quale sia il giorno da segnare sul calendario. La mia proposta è che prima di incorrere in un altro flop si cambi sistema. Magari passando dal buono lavoro, che richiede un complesso meccanismo di tracciabilità per evitare che vada speso in modo improprio, a un voucher da usare per qualsiasi tipo di lavoro di cura familiare“. Lo speriamo un po’ tutti.
È stato un passo più lungo della gamba? In questo caso pare davvero chiaro. Non si capisce chi poi abbia interesse a tenere la cosa nascosta. Non è che i fondi vengano riciclati, è proprio una mancanza di pubblicizzazione, di sensibilizzazione, di presenza nei luoghi in cui sarebbe opportuno che tutto ciò si conoscesse. Un’occasione sprecata insomma, sommata al mostro a tre teste che continuano a riformarsi, quello della burocrazia.


APPROFONDIMENTI:

Per avere i 300 euro Inps per la baby sitter bisogna rinunciare al congedo parentale
Il bonus di 300 euro mensili erogato dall’Inps per la baby sitter o l’asilo nido è stato richiesto da pochissime mamme lavoratrici nel 2013. Solo il 37% dei 20 milioni di euro stanziati sono stati utilizzati. E nel 2014 tale misura potrà essere ancora richiesta. Oltre alle polemiche sulla scarsa informazione sul bonus infanzia, e le difficoltà per inviare la domanda online sul sito dell’Inps secondo il bando, va sottolineato che il contributo di 300 euro per 6 mesi (o 3 mesi) è alternativo al congedo parentale. Vediamo se conviene questa scelta... Leggi tutto

IL BONUS DI 300 EURO SPETTA A CHI RIENTRA A LAVORO CON BIMBI CON MENO DI UN ANNO
Un contributo di 300 euro al mese, per sei mesi, per le mamme che rientrano al lavoro dopo la maternità, pur avendo un bimbo con meno di un anno di vita. E che così avranno qualche aiuto in più per pagare asilo nido o baby sitter. E’ una disposizione già contenuta nella riforma del mercato del lavoro targata Fornero, e diventata operativa ieri, quando i tecnici del ministero del Welfare hanno messo a punto lo schema di regolamento che definisse somme erogate procedure. E lo hanno inoltrato all’ufficio legislativo del ministero dell’Economia. La misura sarà attuata già dal 2013.
Frenare l’emorragia
Il provvedimento è stato studiato per incoraggiare le neomamme a rientrare dalla maternità con qualche mese di anticipo rispetto a quanto avviene oggi, e, soprattutto, a frenare l’emorragia di lavoratrici che lasciano la propria occupazione dopo la nascita dei figli, il 27% del totale. Leggi tutto 



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