La protesta di 50 famiglie romane. Nella ex scuola alla periferia nord della capitale saranno ospitati 100 migranti. E agli italiani non resta che accamparsi
E' il primo campo profughi per cittadini italiani, in Italia. Il cartello all'ingresso dell'accampamento di circa 50 famiglie romane racconta una storia di italiani in difficoltà che si vedono scavalcati dai migranti. A Casale San Nicola, periferia nord di Roma, sono giorni che donne, anziani e bambini dormono in tende per chiedere al Comune e al sindaco Ignazio Marino di destinare l'ex scuola privata Socrate a loro e non ai migranti che a breve arriveranno. "Questa è una vera e propria emergenza", ha detto Alfredo Iorio, il leader del movimento "Nessuno tocchi il mio popolo" che rivendica l'utilizzo dello stabile per le famiglie bisognose romane. Prima che per i migranti. "Attualmente vaghiamo ospiti a casa di amici o parenti, tante sere ci siamo ritrovati a dormire in macchina. Questa – raccontano a romatoday.it – è una condizione che ti toglie la dignità ma allo stesso tempo di dà la forza per trascorrere la notte in tenda, al freddo, in questo presidio in mezzo al nulla. Vorremmo tanto quella casa popolare che ci spetta“. Invece non l'avranno, probabilmente. Perchè la decisione di destinare il casale ai richiedenti asilo è ormai stata presa. E anche i lavori di adeguamento della struttura vanno avanti, dopo le denunce del Comitato che ne avevano evidenziato le lacune strutturali. Così hanno preso le loro tende e hanno creato il primo campo profughi per italiani. Sembra uno scherzo, ma non lo è. Anche Fratelli d'Italia si è associata alla protesta, con il capogruppo alla Camera Fabio Rampelli che è sceso in strada con i cittadini romani. Secondo l'onorevole, il luogo non sarebbe idoneo anche per un motivo di numeri: "Altera l'equilibrio del quartiere - ha detto- qui ci abitano poche centinaia di persone, circa 250 famiglie in tutto il comprensorio, è quindi troppo piccolo per ospitare cento immigrati. Non può esserci capacità di assorbimento". Ma in fondo, la domanda che si pone chi da lunedì tutte le mattine si risveglia sotto una tenda è semplice e lineare: "Questo è un casale che potrebbe ospitarci tranquillamente, non capiamo però perché prima di noi vengano i profughi“. Domanda legittima.
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