di sorveglianza dell’Anas sulle autostrade che non esiste più. Non si tratta di una cifra irrisoria: in totale sono quasi 20 milioni di euro che, pedaggio dopo pedaggio, escono dalle tasche dei cittadini e finiscono nelle casse dell’azienda pubblica delle strade. Che poi a fine anno si pavoneggia vantando un utile (anche se modestissimo, 3 milioni nel 2013) che senza quel balzello non ci sarebbe proprio. Utile che viene girato nelle casse statali essendo l’Anas posseduta interamente dal ministero dell’Economia. LA FACCENDA ha una sua logica, anche se perversa: il presidente dell’Anas, Pietro Ciucci, può dire nelle interviste ai giornali che la sua azienda non pesa sulle tasche degli italiani, anzi porta il suo volenteroso contributo, pur minuscolo, al miglioramento del bilancio pubblico. Il governo fa finta di essere contento perché almeno non deve sopportare le perdite di una controllata statale. Ma a rimetterci sono gli automobilisti che, all’oscuro di tutto, sono costretti a sovvenzionare questo teatrino sopportando il compito ingrato degli ufficiali pagatori. L’Anas un tempo lo svolgeva sul serio il servizio di sorveglianza sulle concessioni autostradali e quindi aveva un senso che le società concessionarie, da Autostrade dei Benetton a Toto, pagassero una quota del loro fatturato per il mantenimento di quell’uffi – cio. Veniva applicato, insomma, lo stesso schema che vale, per esempio, con l’Autorità per il controllo del mercato, l’Antitrust, che in parte si sovvenziona proprio con i quattrini ricevuti dalle aziende controllate. L’ANAS riscuote al casello 6 millesimi di euro al chilometro per ogni auto e 18 per i veicoli commerciali. Non è poco. Su un percorso di circa 200 chilometri, per esempio Roma-Napoli, si tratta di 1,20 euro di balzello per un’auto e 3,6 euro per un veicolo commerciale. Questo sovrapprezzo incide per circa il 14 per cento sul totale dei pedaggi pagati dagli automobilisti su tutte le autostrade in concessione d’Italia. Complessivamente si tratta di una cifra notevole, tra i 600 e i 700 milioni di euro l’anno (a cui vanno aggiunti i 20 del servizio sicurezza), la maggiore fonte di finanziamento dell’Anas. Senza di essa il deficit dell’azienda delle strade sarebbe spaventoso. di Daniele Martini Fonte : http://www.laretenonperdona.it/2014/07/13/anas-tassa-nascosta-sullautostrada-delle-vacanze/
Ecco la tassa truffa nascosta che paghi al casello autostradale senza saperlo
di sorveglianza dell’Anas sulle autostrade che non esiste più. Non si tratta di una cifra irrisoria: in totale sono quasi 20 milioni di euro che, pedaggio dopo pedaggio, escono dalle tasche dei cittadini e finiscono nelle casse dell’azienda pubblica delle strade. Che poi a fine anno si pavoneggia vantando un utile (anche se modestissimo, 3 milioni nel 2013) che senza quel balzello non ci sarebbe proprio. Utile che viene girato nelle casse statali essendo l’Anas posseduta interamente dal ministero dell’Economia. LA FACCENDA ha una sua logica, anche se perversa: il presidente dell’Anas, Pietro Ciucci, può dire nelle interviste ai giornali che la sua azienda non pesa sulle tasche degli italiani, anzi porta il suo volenteroso contributo, pur minuscolo, al miglioramento del bilancio pubblico. Il governo fa finta di essere contento perché almeno non deve sopportare le perdite di una controllata statale. Ma a rimetterci sono gli automobilisti che, all’oscuro di tutto, sono costretti a sovvenzionare questo teatrino sopportando il compito ingrato degli ufficiali pagatori. L’Anas un tempo lo svolgeva sul serio il servizio di sorveglianza sulle concessioni autostradali e quindi aveva un senso che le società concessionarie, da Autostrade dei Benetton a Toto, pagassero una quota del loro fatturato per il mantenimento di quell’uffi – cio. Veniva applicato, insomma, lo stesso schema che vale, per esempio, con l’Autorità per il controllo del mercato, l’Antitrust, che in parte si sovvenziona proprio con i quattrini ricevuti dalle aziende controllate. L’ANAS riscuote al casello 6 millesimi di euro al chilometro per ogni auto e 18 per i veicoli commerciali. Non è poco. Su un percorso di circa 200 chilometri, per esempio Roma-Napoli, si tratta di 1,20 euro di balzello per un’auto e 3,6 euro per un veicolo commerciale. Questo sovrapprezzo incide per circa il 14 per cento sul totale dei pedaggi pagati dagli automobilisti su tutte le autostrade in concessione d’Italia. Complessivamente si tratta di una cifra notevole, tra i 600 e i 700 milioni di euro l’anno (a cui vanno aggiunti i 20 del servizio sicurezza), la maggiore fonte di finanziamento dell’Anas. Senza di essa il deficit dell’azienda delle strade sarebbe spaventoso. di Daniele Martini Fonte : http://www.laretenonperdona.it/2014/07/13/anas-tassa-nascosta-sullautostrada-delle-vacanze/
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