Parlano di”riforme per l’Italia”,ma non dicono in cosa consistono.Eccone una:Riforma del titolo V:Svendita
di Poste,Enel,Eni,Finmeccanica,Acqua,Luce e Gas.
Attraverso la riforma del titolo V della costituzione italiana il Governo espropria le regioni per poi vendere questi servizi all’estero, probabilmente consegnandole in mani arabe o cinesi.
L’Obiettivo è stato perseguito dagli ultimi 3 governi che si sono succeduti: Monti, Letta e Renzi. Svendere il paese in nome del debito pubblico e dell’austerity. E così come primo passo sono state messe all’asta Poste Italiane, Telecom per poi arrivare ad Eni, Enel e Finmeccanica. Ma la fetta grande della torta riguarda la rete elettrica, quella idrica ed il gas.
Prima di poter (s)vendere però bisogna prima toglierli al legittimo proprietario, ossia i comuni. Ed è proprio per questo che interviene la riforma del titolo V.
Una riforma partorita durante il patto del Nazareno, stipulato da Renzi-Berlusconi che ha evidenziato come si voglia evitare il “pericolo” democrazia, dato che tra le altre cose il patto prevede il taglio del senato e una legge elettorale ad personam. Nel Settembre del 2013 per la verità, il segreto di questo patto è stato svelato dalla penna di Filippo Barone, come segnalato dal blog “senza soste”: «Siccome la svendita delle quote statali di Eni, Enel e Finmeccanica farebbe racimolare solo 12 miliardi di euro, il governo e i tecnici dei ministeri hanno individuato nelle “utilities”, cioè le società di proprietà di Comuni e Regioni che gestiscono beni comuni e vitali – acqua, luce e gas – come la vera miniera d’oro da vendere ai privati per fare cassa». Con la “riforma del Titolo V” della Costituzione, in poche parole, «lo Stato scipperebbe i territori della gestione di questi beni, da poter poi vendere: tutto questo sarà fatto da un governo illegittimo formato da persone non elette, grazie a Napolitano».
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