Come salvarsi da un sistema di riscossione iniquo, da esattori invadenti, da tecniche discutibili e intrusioni nelle abitazioni private.
Secondo una statistica stilata da una nota associazione di tutela dei consumatori, il canone Rai è una delle imposte più odiate dagli italiani. La ragione di così tanta ostilità risiede nella percezione che la gente ha di questo tributo: non una tassa a tutti gli effetti, bensì una controprestazione economica per un servizio ritenuto inefficiente, di scarsa qualità, sprecone e, soprattutto, imposto a prescindere dall’effettivo uso.
Il canone è, peraltro, un tributo del tutto svincolato dall’effettiva capacità contributiva del cittadino, andando a colpire le famiglie in maniera fissa: tanto il pensionato con un solo televisore, quanto la reggia con un apparecchio per ogni stanza.
Ecco allora che il canone viene visto quasi come se fosse un’imposta “su base volontaria”, la cui evasione è svincolata da qualsiasi valutazione di carattere morale. Per questo, chi riesce a non pagare – ricorrendo ad escamotages di vario genere – non si fa scrupoli di sorta e, quanto meno, tenta di allontanare nel tempo l’arrivo dell’esattore a casa, confidando anche, in caso di accertamento, nello sconto dovuto alla prescrizione degli ultimi cinque anni.
Al di là delle esenzioni dal pagamento del canone previste dalla legge (leggi l’articolo “Canone Rai escluso per chi ha 75 anni e bassi redditi”), esiste un sistema del tutto lecito per evitare di versare il canone senza, perciò, doversi privare della televisione o, peggio, vivere con il timore di un fermo auto da parte di Equitalia.
Ogni cittadino ha la possibilità di richiedere, con lettera raccomandata a.r. inviata alla Rai, il cosiddetto sugellamento del televisore e disdetta del canone. Si tratta di una procedura che dovrebbe comportare (ma quasi mai succede) l’arrivo a casa di un tecnico, il quale effettuerà una “modifica” alla Tv in modo che non capti più il segnale Rai. Per scaricare il modulo da inviare alla Rai, leggi “Così si può disdire il canone Rai”.
In altre parole, il suggellamento permette di disdire il canone senza disfarsi definitivamente dell’apparecchio. In passato, infatti, le autorità suggellavano fisicamente la televisione, in un sacco di iuta; oggi invece ciò accade di rado e la procedura si riduce a un impegno dell’utente a non utilizzare la televisione per le trasmissioni Rai. E qui sta l’aspetto cruciale di tutta la procedura. Poiché, nella gran parte dei casi, la Rai ignora le richieste dei cittadini di suggellamento e, puntualmente, nessun delegato si presenta al domicilio del richiedente, a quest’ultimo – in caso di successiva intimazione di pagamento – sarà sufficiente dare prova dell’invio della lettera con la richiesta di suggellamento per stoppare qualsiasi esecuzione forzata o richiesta di arretrati.
Pertanto, dopo l’invio della disdetta, nessuna richiesta di canone può essere più inviata al contribuente. Per chiedere il pagamento le autorità dovrebbero accertare che, nonostante la disdetta, l’utente continui a utilizzare l’apparecchio in casa: cosa tutt’altro che possibile, posto l’elevato numero di abitazioni da controllare. Quindi sta tutto al cittadino rispettare gli impegni presi, ma nel frattempo le istituzioni – salvo prova contraria – non potranno chiedergli il canone.
Comunque, nel remoto caso che un incaricato della Rai dovesse bussare a casa vostra per chiedere di verificare se, all’interno, vi è ancora il televisore, è bene sapere che:
1. il cittadino non è tenuto a fare entrare in casa nessuno se non munito di un mandato dell’autorità giudiziaria. Egli potrà, tutt’al più, mettere l’apparecchio a disposizione delle autorità fuori dalla porta, per poi riprenderselo una volta insaccato e sigillato;
2. è decisamente improbabile che le autorità si muniscano di mandato del magistrato (un po’ difficile e ridicolo da ottenere per evasione fiscale del canone Rai) . Pertanto, se un incaricato Rai o la Guardia di Finanza (ipotesi più scolastica che reale) si presentasse a casa vostra per controllare la presenza di un televisore, avete il diritto di non farlo entrare;
3. nulla esclude che l’utente faccia suggellare un vecchio televisore inutilizzato e, nel frattempo, ne utilizzi uno nuovo in casa. Ovviamente tale comportamento costituisce evasione fiscale, ma poiché è praticamente impossibile per le autorità accertare tale condotta, ancora una volta il rispetto degli impegni tributari è rimesso alla buona volontà del contribuente.
La disdetta può essere effettuata in qualsiasi periodo dell’anno e vale a partire dall’anno successivo.
Ovviamente si dovrà disdire anche Sky, Mediaset Premium, La7 cartapiù e affini.
Se la Rai se ne infischia della vostra richiesta
Purtroppo, l’invio della raccomandata con la richiesta di suggellamento non esclude che la Rai continui a inviare lettere di intimazione di pagamento: richieste che, comunque, sono illegittime. Armatevi quindi di santa pazienza e, se del caso, rispondete in modo fermo o incaricate un avvocato o un’associazione di tutela dei consumatori.
In altri casi, potrebbe anche avvenire che la Rai vi invii un modulo da compilare affermando che, senza di esso, la richiesta di suggellamento non può essere accolta. Anche tale comportamento è illegittimo.
In definitiva
L’invio della raccomandata da parte vostra è prova sufficiente, in caso di successiva richiesta di pagamento da parte della Rai, per bloccare qualsiasi tipo di esecuzione forzata. Potrete, infatti, rivolgervi al giudice, dimostrando che, nonostante la vostra richiesta di suggellamento, la Rai non vi ha dato alcun seguito.- See more at: http://www.laleggepertutti.it/52955_come-non-pagare-il-canone-rai-con-la-procedura-di-suggellamento#sthash.Lf4FdLuy.dpuf
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