L’italico stivale vanta un primato a livello mondiale. Qualcuno dirà:
finalmente anche noi abbiamo qualcosa di cui andar fieri.
Smorziamo
subito gli entusiasmi: di questo primato ne faremmo volentieri a meno,
trattandosi di quello sulle buste paga più complicate al mondo.
Sì, perché sulle buste paga dei lavoratori italiani gravano la
bellezza di 80 norme diverse, che rendono il calcolo estremamente
difficoltoso. Inoltre, a questo ben triste record, dobbiamo aggiungere
che gli stipendi degli italiani sono tra i più tartassati a livello
mondiale.
Oltre all’aliquota irpef, e le relative addizionali comunali e
regionali, la busta paga italiana viene decurtata anche di un 9,49% sul
lordo per i contributi previdenziali. A titolo esemplificativo, un
lavoratore dipendente single che percepisce uno stipendio lordo di
30.000 euro l’anno in veneto, avrà un netto annuale di 21.169.
Il medesimo lavoratore che percepisca uno stipendio di 21.676
sterline a Londra (equivalente a 30.000 euro), avrà un netto di
17.133,25 sterline, pari a 23.710 euro (già al netto del contributo
pensionistico volontario del 4%) e dell’assicurazione nazionale (il
sistema sanitario) pari al 9%. Una differenza a favore del lavoratore
inglese di 2.541 euro.
Se ci spostiamo in Germania, sempre con i nostri 30.000 euro lordi
annui, arriveremo ad averne netti 22.034. Sono pur sempre 865 euro in
più a favore dei lavoratori teutonici.
Diverso è il discorso se ci spostiamo negli USA, dove il sistema
fiscale e previdenziale è totalmente diverso rispetto a quello italico.
Prima di tutto lo stipendio viene erogato ogni due settimane e non
mensilmente come da noi, mentre molte prestazioni di tutela sanitaria e
previdenziale sono a carico del dipendente, che provvede in modo del
tutto autonomo. Ipotizziamo comunque un single, residente nello stato di
New York, con uno stipendio lordo bisettimanale di 3.076 $,
decurtandolo di tasse, contributo al medicare (il sistema sanitario
nazionale statunitense), della pensione pubblica (bassa, ma esiste),
indennità infortuni e disoccupazione, si arriva ad un netto
bisettimanale di 2.012,04 $
A chi obietta che molte prestazioni sanitarie e pensionistiche negli
USA sono a pagamento, è bene ricordare che con la recente riforma
Lorenzin della sanità, la maggior parte degli esami fondamentali sono
diventati sostanzialmente a pagamento, mentre con il sistema
pensionistico contributivo presente in Italia, la pensione pubblica
arriverà a coprire circa il 40% dell’ultimo stipendio, per cui un
lavoratore italiano non si trova in una situazione molto diversa
rispetto al suo omologo statunitense, con la differenza che negli USA
non esiste un fisco vorace come quello italico. Detto in altro modo: se
il lavoratore italiano vorrà ancora avere una sanità in grado di
mantenerlo in vita per un numero adeguato di anni, dovrà sottoscrivere
una mutua sanitaria che vada a coprirgli tutto quello che lo stato finge
di dare oggi.
D’altra parte l’italico stivale è al nono posto in Europa per salario
medio lordo, ed è pure soggetto ad una tassazione maggiore rispetto ai
concorrenti europei principali quali Inghilterra e Germania.
Appare chiaro che meno soldi rimangono in tasca ai cittadini, meno
spese potranno permettersi, meno consumi ci saranno, con relativa
stagnazione del mercato, alta disoccupazione, pil asfittico e crescita
del debito pubblico per effetto inerziale.
La cosa più irritante è che la tassazione e i contributi
previdenziali e sanitari che i lavoratori e le imprese devono sostenere
in Italia non sono assolutamente giustificati da quanto lo stato offre
come contropartita.
Una cosa che forse molti lavoratori ignorano è che i contributi che
versano all’INPS per la loro pensione vengono rivalutati in base alla
media quinquennale del PIL, per cui se quest’ultimo risulta negativo, i
loro contributi e quindi le loro pensioni future, si ridurranno. E
questo è esattamente quello che è accaduto dall’avvento del governo
Monti in poi.
Che dire? La situazione è drammatica, ma non seria. Come sempre quando si ha a che fare con il governo italiano
Luca Campolongo
Fonti:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/05/13/buste-paga-come-si-leggono-tra-aliquote-ritenute-e-80-leggi-che-le-compongono/1680829/
http://www.focus.de/finanzen/karriere/berufsleben/gehalt/gehaltsrechner-2013-wie-viel-netto-bleibt-vom-brutto_aid_310739.html
http://www.listentotaxman.com/21676?pension=4%25
http://www.calcolostipendionetto.it/
http://www.exportusa.us/costo-lavoro-statiuniti.php
http://www.quotidianoentilocali.ilsole24ore.com/print/AB84Suf/0
Fonte: www.ilnord.it
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