E' dall'alimentazione delle mucche che è nato e si è diffuso l'encefalopatia spongiforme bovina (il morbo della mucca pazza), palesando in questo modo la dieta forzata a cui sono costretti i bovini per compiacere il palato dell'uomo.
Da quando scoppiò lo scandalo della mucca pazza e la conseguente grande paura nel 2000 si è imposta l'urgenza del controllo, che in Svizzera, ad Agroscope in Grangeneuve, ha portato alcuni ricercatori a sperimentare una tecnica che ha fatto discutere non sono il mondo della ricerca, ma anche quello, preoccupato, delle associazioni animaliste. Quattordici vacche sono state munite di una sorta di finestra ad oblò che permette di afferrare direttamente dall'apparato digerente dell'animale l'alimento che è sottoposto al processo di digestione. I ricercatori devono semplicemente svitare un tappo che apre ad un buco lungo circa 20 cm e che arriva al rumine. Parte delle ingesta viene così prelevata e sottoposto ad analisi per capire come viene digerito e creare così una dieta più equilibrata.L'operazione per inserire questa cannula sono state indolori, assicurano gli esperti. I bovini sono stati sottoposti ad anestesia e, anche durante la fase di esame, gli stessi ricercatori affermano che gli animali non provano alcun fastidio. Si tratta invece di una "pratica crudele" secondo il dottor Edward DePeters presso la University of California Davis. La sperimentazione, intanto, è seguita con grande interesse da ricercatori europei ed americani.
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