Sono da poco tornato da una Bruxelles militarizzata, potendo così assistere in prima persona agli effetti della paura sulla società. L’attentato ha scioccato l’opinione pubblica e l’occasione
è stata subito colta dalle istituzioni europee e ribadita dai governi che collaborano con esse, tra cui quello italiano, per chiedere l’adozione di misure politiche immediate.
Quali sono queste misure lo avete purtroppo sentito: la risposta al terrorismo è la costituzione di un esercito unico europeo. Nella consueta logica problema/soluzione si sfruttano crisi ed emergenza per ottenere risultati politici. Nonostante sia chiaro che un esercito unico non ha alcuna possibilità di essere più efficace contro il terrorismo di un singolo esercito nazionale e che la richiesta sia puramente strumentale. Coordinare le politiche di intelligence (come già previsto nei trattati) non ha nulla a che vedere con l’unificazione delle forze armate sopprimendo quelle nazionali. Peraltro, benché il terrorismo spaventi molto, da un punto di vista statistico, il rischio di essere uccisi in un attentato è irrilevante. È molto più pericoloso un viaggio in autostrada, ma nessuno chiede un controllo centrale della rete a fini di sicurezza oppure pensa di vietare le auto. Questo riprova che le conseguenze politiche non si chiedono in base alle vite perse, ma in base alle esigenze politiche del governo UE, che per affermarsi deve superare le singole sovranità nazionali. Sono appunto i famosi “passi avanti” che Mario Monti invocava per l’Europa, passi avanti da imporre ai popoli attraverso la coercizione, “perché è in atto una crisi visibile e conclamata”.
Le nazioni europee hanno già ad oggi ceduto gran parte della loro sovranità, in particolare in ambito economico, e per chi ha aderito all’euro, monetario. Cedere il controllo degli eserciti sarebbe un altro passo, stavolta a mio avviso totalmente irreversibile, verso la soppressione fisica degli Stati del vecchio continente e dei loro popoli. Perché parlo di passo irreversibile? Proviamo a pensarci.
A chi risponderà il nuovo esercito europeo? L’UE adotta una tecnica legislativa molto precisa, ogni volta che crea un nuovo organo o una nuova autorità, la rende indipendente dalla democrazia, lasciando le decisioni in mano a pochi burocrati selezionati, distanti dal popolo e alle dipendenze dirette del potere economico. Funziona così la Commissione Europea, organo con iniziativa legislativa esclusiva, ma indipendente dalla democrazia; funziona così per la Banca Centrale, che emette moneta dal nulla ma senza accettare neppure consigli dalla democrazia (art. 130 TFUE); funziona così per tutte le varie autorità, più o meno demenziali, che l’Unione ha creato in questi anni (MES, il nuovo Comitato che gestirà le crisi bancarie, ecc…).
Che succederà se in Europa sarà stanziato un esercito che risponderà unicamente all’UE ed ai suoi burocrati? Magari al diretto soldo della Commissione Europea? Gli Stati nazionali non avranno più alcun potere di imperio sui propri territori, che verranno sottratti al loro controllo esattamente come se si fosse subita un’invasione militare. Truppe che risponderanno solo ad un ordinamento straniero e che occuperanno armate l’Italia e le altre nazioni, questo è lo scenario.
A quel punto un popolo come potrà dissentire dagli ordini UE visto che si troverà, di fatto, in stato di occupazione militare da parte del nuovo esercito europeo, che non risponde in alcun modo ai suoi ordini e ai sui desideri e che sostituirà il proprio esercito nazionale che sarà dismesso?
Se arriverà l’esercito europeo cosa succederebbe se una “regione” d’Europa (non si può più parlare di Stati sovrani a questo punto) decidesse di separarsi? La richiesta di indipendenza potrebbe essere facilmente soffocata dalle truppe di occupazione, che ovviamente agirebbero su ordine diretto di Bruxelles. Se in un futuro, speriamo prossimo, un nostro Parlamento, magari composto da Patrioti come noi, anziché dai traditori attuali, decidesse di lasciare l’UE riscattando la propria sovranità e la propria indipendenza non avrebbe alcun esercito a difenderlo dalle forze di occupazione UE.
Senza un esercito la liberazione diverrebbe possibile solo con attività di guerriglia e resistenza da opporre alle più organizzate forze europee, realisticamente sarebbe un bagno di sangue e la rivolta sarebbe soffocata in poco tempo, dando anzi margine per giustificare limitazioni via via più totali delle libertà fondamentali di ciascun individuo. La dittatura UE potrà mostrare definitivamente il suo volto feroce senza più falsi moralismi o nascondendosi dietro demenziali ricette economiche.
Rimanere senza esercito implica quindi una resa incondizionata al vincolo esterno UE, una resa a questa oscena dittatura finanziaria che da anni utilizza la paura come strumento di sottomissione dei popoli europei. Ricordo infine che l’idea di costituire un esercito europeo rappresenta un’evidente istigazione a cancellare la personalità giuridica dello Stato fatto punibile con l’ergastolo ex artt. 241 e 243 c.p.
Ma ancora una volta, anche di fronte a simili demenziali richieste, solo in pochi si sono alzati in piedi urlando il loro sdegno.
Renzi e compagni di merende sorridono e ci nascondono la verità mentre mettono fine alla Repubblica Italiana.
Avv. Marco Mori – blog scenarieconomici – membro di Alternativa per l’Italia – autore de “il tramonto della democrazia – analisi giuridica della genesi di una dittatura europea” disponibile su ibs – clicca qui
http://scenarieconomici.it/esercito-europeo-se-sara-fatto-luscita-dalleurozona-sara-possibile-solo-dopo-una-guerra/
loading...
Nessun commento:
Posta un commento