Riproponiamo un articolo pubblicato i 1 luglio 2014 perché lo riteniamo particolarmente attuale alla luce delle prossime decisioni del governo Gentiloni…
Pian piano iniziamo a vedere i contorni dell’eurofregatura: il ministro Delrio, non si comprende a che titolo, ha affermato ieri che per abbattere il debito pubblico verrà costituito un veicolo europeo con in pancia assets pubblici a garanzia che si indebiterà al fine di ridurre il debito statale del 25 o 30% del PIL. Chiaramente non si dice come si ripagheranno i denari presi in prestito, da qui a qualche anno lo scopriremo…
Questa è un’immane cazzata, senza se e senza ma. Infatti, se la sostanza è corretta – collaterizzare i propri assets al fine di indebitarsi con lo scopo di ridurre il debito – la grandissima ed immane idiozia, e qui lo ripeto forte e chiaro, idiozia, è farlo con uno strumento europeo e non italiano. L’Italia già ce l’ha il veicolo, si chiama Cassa Depositi e Prestiti e come l’omologa tedesca KFW – nata per gestire i fondi del piano Marshall – non vede i suoi debiti consolidati nel bilancio statale, ossia non vanno a peggiorare il rapporto debito/PIL. Se andassimo infatti a verificare quale sarebbe il rapporto debito/PIL tedesco computando anche i debiti della KFW ci accorgeremmo che la Germania in fondo pur stando meglio dell’Italia non sta poi così bene… [vedasi riferimenti in calce]
E’ lapalissiano che attuare il progetto di cui sopra utilizzando la CDP significherebbe andare contro agli interessi europei, finalizzati a mettere anche a termine le mani su assets nazionali di pregio con menzione particolare per i grandi attivi del periferico più ricco, l’Italia. Si, perché si tratterebbe di buttare dentro ad uno strumento non italiano – leggasi cedere a termine – gli immobili di pregio, l’oro della banca d’Italia depositato a Roma, le quote di aziende a partecipazione statale. Poi, più avanti, per ripagare i denari che verrebbero anticipati oggi dal mercato bisognerebbe alienare e/o dare in consegna gli assets reali messi a garanzia. Carta per sostanza! Follia.
Che sia chiaro, l’Italia deve certamente percorrere tale strada ma con un veicolo proprio, italiano, ossia la CDP, ente che per altro è ben capitalizzato dal risparmio postale (ergo, le aziende all’interno del perimetro verrebbero scambiate con i crediti postali degli italiani, essi stessi oltre tutto remunerati ad un tasso inferiore a quello dei BTP). Ed in ogni caso le aziende di stato sistemiche (ENI, Enel, Finmeccanica su tutte) che, guarda caso, rendono all’azionista ben più del tasso dei BTP a 10 anni, dovrebbero comunque restare in mano statale: è follia alienare assets anche a termine che occupano e pagano tasse in Italia e che tra l’altro rendono un multiplo del costo di indebitamento ai tassi attuali del BTP! Senza dimenticare che in forza di precise prescrizioni di Yalta la Germania doveva rimanere esclusa dall’estrazione petrolifera, certamente nel disegno tedesco ENI potrebbe essere un buon cavallo di Troia…
Per inciso si noti bene che KFW, l’omologa tedesca di CDP, aveva fatto qualcosa di simile comprandosi le aziende ex DDR post unificazione per poi rivenderle a pezzi ai vari offerenti una volta più o meno risanate. Ma, attenzione, con una grande differenza: tali assets sono stati nella stragrande maggioranza proposti e venduti in via preliminare a soggetti tedeschi in quanto ciò era aspetto strategico di interesse nazionale (per l’occupazione….). A noi l’Europa ci dice invece di fare un veicolo europeo, gestito dall’Europa e di metterci dentro i gioielli nazionali: bravi! Davvero bravi, almeno così si toglierebbe agli italiani il controllo nel processo di futura vendita all’atto della restituzione dei denari anticipati…. E gli idioti italioti che abboccano… Che dire…
Il discorso potrebbe anche andare bene se a garanzia del veicolo europeo si mettesse solo l’oro italiano depositato in USA [che molto probabilmente non c’è più, se lo sono già venduto, ndr] o immobili di Stato non strategici [permettetemi, ad esempio il Colosseo è strategico, o altrimenti dobbiamo considerare la possibilità che in futuro uno dei simboli dell’Italia potrebbe essere smontato e portato che so, a Pechino o a Berlino in un parco di divertimenti a tema in cui i dipendenti sarebbero solo italiani… fate attenzione che un discorso simile non è farneticazione, se ricordo bene fu fatto da Olli Rehn per il Partenone a garanzia del debito greco]. Per quanto mi riguarda le aziende strategiche italiane e gli assets ad alto potenziale e/o strategici – come le grandi aziende di sistema che occupano e pagano le tasse in Italia – devono essere allocati in un veicolo italiano, gestito da italiani e in cui la sicurezza nazionale possa impedirne l’alienazione definitiva [all’occorrenza]. E questo senza mai dimenticare che il debito che viene chiesto all’Italia di ripagare oggi è stato accumulato in passato principalmente in lire mentre ora lo si dovrebbe restituire in euro: questo non sta né in cielo né in terra!
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Ma si sa che l’invidia tedesca per l’erba del vicino è al limite della patologia, ed ecco le mille incredule rappresentazioni di come i pigri periferici possano essere più ricchi degli stessi tedeschi, con necessità di porvi rimedio…
E mentre qui ci dicono di vendere i gioielli di Stato nessuno accenna al fatto che ad esempio la Germania in contrasto con qualsiasi legge europea in materia permette alla Bundesbank di fare argine in relazione a tassi in (forte) salita a causa di minore domanda rispetto all’offerta di obbligazioni statali messe in asta (gestione dell’inoptato attraverso l’intervento della banca centrale nazionale, vedasi riiferimenti in calce). Chiaramente all’Italia tale strumento è stato negato: che sia chiaro, avendo avuto accesso a detto strumento la crisi dello spread del 2011 non avrebbe mai preso la piega che tutti conosciamo, la salita dei tassi sarebbe stata sterilizzata dalla Banca d’IItalia. Il grimaldello è proprio questo: PRETENDERE PER I PERIFERICI E PER L’ITALIA GLI STESSI DIRITTI E L’USO DEGLI STESSI STRUMENTI PERMESSI ALLA GERMANIA! Oggi siamo nell’amibito del diritto asimmetrico, sembra di essere tornati al periodo nazista e nessuno lo stigmatizza!
E poi datemi del complottista, quelli presentati sopra sono dati di fatto che vanno TUTTI nella stessa direzione, come si fa a non capirlo: la Germania con le buone e soprattutto con le cattive intende riprendersi la posizione di predominio che ritiene le spetti a livello continentale, poco conta se questo comporti effetti pratici simili ad un’occupazione militare almeno in campo economico, vedasi la Grecia.
Io spero davvero che la gente comprenda l’aberrazione della proposta di Delrio, proposta che avrà come unico risultato positivo atteso quello di tendere a far esplodere i prezzi in borsa delle aziende statali oggetto della contesa, aspettate alcuni mesi e poi ne riparliamo. Anche perchè deve essere chiaro che il paese che NON vuole cambiare lo status quo – malfunzionamenti inclusi – della moneta unica è proprio la Germania (per propri indubbi vantaggi economici), vedasi uno schema anche se datato delle varie posizioni su temi “pesanti”:
Senza se e senza ma: chiunque dovesse avallare politicamente la proposta subdolamente fatta filtrare Delrio dovrà mettere in conto la possibilità di poter essere indagato in futuro da un tribunale italiano per alto tradimento. Agli stranieri non va dato nulla di strategico, i panni gli italiani se li devono lavare a casa propria!Piuttosto che si faccia una patrimoniale per uscire dall’euro, almeno quella servirebbe alle generazioni future (anche perché gli effetti pratici sarebbero simili per la cittadinanza): svalutando la nuova lira – e conseguentemente anche il debito nazionale – si spiazzerebbero le merci tedesche e si riinizierebbe a crescere, produrre, consumare e lavorare a pegno di un periodo di un paio di anni di estrema turbolenza, ma poi si ripartirebbe. Ben sapendo che la Germania non accetterà mai tale opzione…
A questo punto chiediamo con forza chiarimenti a Matteo Renzi su quanto affermato dal tanto fido quanto avventato Delrio, chiarimenti molto ben circostanziati.
Mitt Dolcino – Scenarieconomici
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Riferimenti:
Sul ruolo della KFW:
– http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2012-07-24/berlino-conti-leggeri-grazie-063940.shtml?uuid=AbjfmiCG
Sulla gestione dell’inoptato messo in asta da parte della Bundesbunk:
– http://archivio.lavoce.info/articoli/pagina1002777.html
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