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E’ FINITA LA LIBERTÀ DI CURA E DI RICERCA!

In questi giorni è emersa in tutta la sua gravità l’estensione della corruzione delle istituzioni sanitarie prevalentemente oncologiche con 22 indagati. In Italia la lottizzazione politica della sanità si estende dal portantino al primario, essendo ogni ASL un centro di potere, una riserva di voti di scambio, clientelari, di consistenti fatturati.



LE MULTINAZIONALI MANIPOLANO LA SANITA’





I rapporti con le multinazionali sono sempre più stretti. Uno degli aspetti globali più gravi è l’ormai noto e da più parti denunciato meccanismo con cui viene chiaramente manipolato dalle multinazionali l’Impact Factor (criterio di valutazione di una rivista scientifica , paragonabile al rating in finanza). Con queste stesse finalità è stata creata, un’entità dogmatica sovranazionale, la cosiddetta “Comunità scientifica”. 
E’ sufficiente leggere le dichiarazioni del Nobel per la medicina Scheckman, su riviste scientifiche ai primissimi posti dall’Impact Factor, come Science, ecc, egli… dichiara che “la ricerca in campo scientifico non è affatto libera ma in mano ad una cerchia ristretta” la cosiddetta “Comunità scientifica”



ALMENO IL 50% DEI DATI MEDICI E’ CORROTTO

Il riferimento delle istituzionali sanitarie alla tanto celebrata “Comunità scientifica” è continuo, essa pontifica con giudizio infallibile, ma è ormai talmente inquinata, da aver falsificato almeno il 50% del dato scientifico. Questa realtà, è stata documentata da Richard Horton, caporedattore del Lancet, una delle più prestigiose riviste mondiali di medicina, che ha dichiarato: “Gran parte della letteratura scientifica, forse la metà, può essere dichiarata semplicemente falsa. La scienza ha preso una direzione verso il buio.”.

Anche Marcia Angell, per 20 anni caporedattore di un’altra delle massime testate scientifiche internazionali, il New England Medical Journal (NEMJ), ha dichiarato:“Semplicemente, non è più possibile credere a gran parte della ricerca clinica che viene pubblicata“.

Una dichiarazione da valutare con la massima attenzione, per la competenza, l’esperienza e la cultura, il livello scientifico della Prof Angel, che come Il Prof Horton, per anni ha revisionato la letteratura scientifica internazionale. Premi Nobel e caporedattori delle massime testate medico scientifiche mondiali non sono complottisti, ma le rare, forse ultime, voci che all’onestà intellettuale associano una grande cultura e rilevanti meriti scientifici.



LE EVIDENZE SCIENTIFICHE 
CHE NON ARRICCHISCONO 
NON SONO PUBBLICATE






Una rilevante quantità di evidenze scientifiche, cioè di dati scientifici definitivamente acquisiti, certificati, incontestabili, non sono trasferiti nella clinica, non sono inseriti nei “prontuari”, nelle “linee guida”, nei “protocolli”. Per questo, malgrado una vastissima e autorevole letteratura dimostri quanto la proliferazione cellulare tumorale sia strettamente dipendente dall’interazione tra PRL (Prolattina) eGH (ormone della crescita), e da fattori di crescita GH dipendenti, né il suo antidoto naturale, la Somatostatina, né gli inibitori prolattinici, sono inseriti come antitumorali nei prontuari, in quanto produrrebbero se non un crollo, un grave ridimensionamento dei fatturati oncologici.

Numerosi e documentati studi certificano l’efficacia antitumorale dellasomatostatina, in sinergismo con inibitori prolattinici, e altri componenti del Metodo Di Bella come Melatonina, soluzione di Retinoidi in Vitamina E ,evitamina D3, che hanno un ruolo ed un’efficacia determinante e documentata nella terapia e in quella prevenzione dei tumori che non sanno e/o non vogliono attuare.



IL MEDICO E’ OBBLIGATO A SOTTOSTARE 
AL NUOVO REGOLAMENTO



Il programma di azzeramento della libertà del medico di prescrivere secondo le evidenze scientifiche sta ormai rapidamente concludendosi, come chiaramente evidenziato dal nuovo codice deontologico che blocca definitivamente la libertà di prescrivere secondo scienza e coscienza, penalizza gravemente ogni medico che non si attenga scrupolosamente ai loro dictat terapeutici, indipendentemente dai risultati ottenuti sul paziente, dando ampie coperture medico legali ai medici responsabili di eventi anche gravi, fino alla morte, se questi medici si sono attenuti al prontuario. Essendo ormai evidente questo disegno, stanno manifestandosi le prime reazioni: alcuni ordini dei medici, tra cui quello di Bologna, hanno respinto e contestato questa umiliazione della dignità del medico, e il sovvertimento del millenario codice etico di comportamento del medico. Questo disegno è completato dalla fine programmata della libertà di ricerca scientifica, codificata nel decreto legge N° 158 del 13 sett. 2012 e nella legge N° 189 del 8 nov. 2012.



E’ FINITA LA LIBERTA’ DI CURA E DI RICERCA



Sono previste gravissime sanzioni disciplinari e pecuniarie ai ricercatori che, come il Prof. Di Bella, senza il benestare di comitati etici, intraprendano studi clinici e ricerche scientifiche, anche se in autonomia e autofinanziati. In pratica con questi decreti è finita la libertà non solo di cura ma di ricerca. Hanno creato le condizioni per cui solo le multinazionali saranno autorizzare a finanziare studi clinici finalizzati alla registrazione di farmaci con procedure di cui si conoscono e sono stati denunciati gli espedienti e trucchi statistici per arrivare comunque alla registrazione e relativo fatturato (vedi denunce dei Prof Angell , Horton,e del Nobel Scheckmann ).

I progressi ottenuti dal Prof. Di Bella nella cura dei tumori conosciuti dal pubblico, avevano portato nel 1997 e 98, ad una mobilitazione della gente. Sotto la pressione dell’opinione pubblica nel 1998, fu approvata la cosiddetta “legge Di Bella” (articolo 3, comma 2 D.L. n. 17 del 23 febbraio 98, conv. con modificazioni, dalla legge 8 aprile 1998, n. 94), che consentiva al medico di prescrivere al di fuori dei vincoli burocratici ministeriali secondo scienza e coscienza, in base alle evidenze scientifiche. La Legge Finanziaria 2007 (al comma796, lettera Z), ha abrogato questa disposizione di legge in base alla quale per 9 anni i medici hanno potuto prescrivere farmaci di cui esisteva un razionale d’impiego scientificamente testato, ma ignorato dalle commissioni ministeriali, eliminando la libertà e autonomia del medico sia come ricercatore che come clinico, e impedendo così la valorizzazione e il trasferimento nella terapia medica della ricerca scientifica.



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