Nella società capitalista il lavoro è
la causa di tutta la degenerazione intellettuale,
Paul Lafargue
Viviamo all’interno di una società supertecnologica e sconfitta allo stesso tempo, dove il lavoro è diventato il motore dell’economia globale.
Avete mai pensato agli immensi guadagni che produce il mondo lavoro a dottori, psicologi, avvocati e giudici? Gran parte dei nostri malanni sono appunto il frutto del troppo lavoro.
Tutte quelle persone che impazziscono dallo stress causato da un lavoro coatto, innanzitutto danno lavoro ai dottori, che gli somministrano medicine e alle case farmaceutiche che le creano, poi agli psicologi che stanno ad ascoltare i problemi delle persone, infine anche ad avvocati e giudici, quando di tratta affrontare divorzi.
Perché la gente ricorre allo psicologo?
Perché in casa spesso non c’è nessuno disposto ad ascoltarli, tutti sono sempre troppo occupati e così pieni di problemi che l’ultima cosa che gli viene in mente è sedersi ad ascoltare quelli altrui.
Il tempo come vedete è prezioso e qualcuno ce lo toglie intenzionalmente da quando siamo nati, quanti soldi si risparmierebbero se avessimo il tempo di fermarci a riflettere prima di agire…
Nella società dei consumi poi, risulta ormai difficile trovare una persona sana e senza vizi.
Tutti in un modo o nell’altro siamo legati a qualche farmaco, a qualche analgesico per i dolori, a qualche antidepressivo, al consumo di alcool e di tabacco o al consumo spropositato di dolci o di caffè.
I vizi però non nascono mai dal nulla, ma sempre da una mancanza di qualche tipo, tuttavia la gente sembra ignorare che la causa di tutto ciò risiede proprio nello stile di vita che conduce, e così continua imperterrita sulla stessa strada, tamponando i disagi con rimedi temporanei e spesso costosi che tamponano i loro problemi momentaneamente, ma non li risolve per niente.
Ovviamente l’opzione “sto lavorando troppo”, viene scartata a priori nella mente dello schiavo moderno, giacché egli è stato addestrato a vedere il lavoro come qualcosa di sacro e necessario, di cui dover ringraziare per avere il privilegio di averlo.
Io invece vi dico che la causa della gran parte dei vostri mali risiede proprio nel lavoro, pensate ai turni notturni che da quando sono stati introdotti nella vita delle persone, non hanno fatto altro che peggiorare patologie come il diabete, all’aggravarsi di problemi digestivi e delle malattie cardiovascolari, senza contare l’aumento delle forme di depressione e la carenza di vitamina D, causata della ridotta esposizione alla luce solare.
Il lavoratore notturno, infatti, è costretto a riposare durante le ore diurne, andando così a scombussolare il naturale ciclo del sonno/veglia e dovendo ricorrere frequentemente ad ansiolitici, sonnifere e sedativi per riuscire a riposare correttamente, anche in questo caso si vanno a tamponare i disagi senza risolverne la causa.
Anche il metabolismo ne risente dei turni lavorativi, a sua volta sconvolto nei suoi ritmi circadiani naturali, noti anche come orologio biologico.
Verrà logico intuire che una parte dei soldi guadagnati al lavoro servirà per rimediare ai malanni causati da quest’ultimo.
Lavorare troppo nuoce gravemente non solo alla salute, ma anche alla vostra creatività, difatti se un essere umano nasce creativo, una volta passato tra le feroci presse di scuola e lavoro, smetterà di esserlo.
Il dovere viene fatto accettare uccidendo la creatività.
Per far questo si convincono i giovani che disegnare, comporre musica, cantare, ballare, giocare, sognare e innamorarsi, sono tutte cose improduttive, che riempiono la testa, ma non lo stomaco, allora, a forza di sentirsi ripetere ogni giorno che gioire delle cose belle della vita è sbagliato, l’essere umano finirà per autoconvincersi che davvero è così, e accetterà la malsana idea che adeguarsi a condurre una vita monotona sia la soluzione per essere accettato dalla maggioranza delle persone cosiddette normali.
Questo fatto si può notare in tutti quegli uomini che, una volta finito quel calvario esistenziale durato moltissimi anni, non sanno più cosa farsene del loro tempo libero, questi uomini diventano improvvisamente depressi e viziosi, perché d’un tratto tutto quel tempo libero di cui finalmente possono disporre, risulta per loro come un grande vuoto, così si abbandonano ad ogni genere di vizi, dall’alcool al gioco d’azzardo, ai gratta e vinci e alle scommesse.
La noia è il frutto velenoso del mondo moderno.
In una società più libera, gioia e creatività scorrerebbero come fiumi in piena in ogni dove, ognuno vivrebbe i propri giorni intensamente, non si abbandonerebbe più ai vizi, poiché non ne sentirebbe nemmeno più il bisogno, ogni paese brulicherebbe di feste e musica e non più di strade deserte e di milioni di case e appartamenti spenti al silenzio della notte.
Il troppo lavoro è spesso la causa dei divorzi, perché come possono mai andare d’accordo due persone che tornano entrambe sfinite dai doveri quotidiani, in preda all’ansia e al nervosismo, per ritrovarsi a casa a lavorare nuovamente per cucinare, fare le pulizie, lavare e stirare, mandare i bambini a scuola e tutto questo con il tempo contato?
Se la gente avesse più tempo a disposizione, divorzierebbe di meno, perché più tempo significa dialogare e ascoltarsi, due persone perennemente disperate invece, non possono che sbraitarsi addosso a vicenda, senza sapersi ascoltare, navigando così nell’incomprensione che li porterà presto a prendere strade diverse.
Non c’è da meravigliarsi che le coppie al giorno d’oggi si separino, quando a casa così stanche e distrutte dal lavoro, da non aver neppure più le forze per fare l’amore.Tutto ciò è disumano!
Il troppo lavoro è anche la causa, come vi ho detto, dell’insorgere di moltissime malattie, da quelle leggere a quelle più gravi, pensate solo a quanti soldi siete costretti a spendere ogni mese per acquistare integratori multivitaminici per contrastare la stanchezza causata dal vostro stile di vita frenetico.
Madre Natura ha creato la stanchezza come campanello d’allarme per dirci:
“Fermati e riposati! Il tuo fisico deve recuperare energia.”
E invece noi cosa facciamo? Tamponiamo anche in questo caso il campanello d’allarme ignorandolo e assumendo integratori che non sarebbero necessari se ci fosse concesso riposo.
Lo stress accumulato poi da uno stile di vita frenetico e costantemente sotto pressione è il fiore all’occhiello di moltissimi problemi psichici che portano il lavoratore a vivere male.
La depressione è figlia del mondo moderno, con le sue città, le sue infinite strade trafficate e le sue fabbriche inquinanti, le sue metropolitane sovraffollate, lo smog che impregna l’aria, la gente sempre più robotizzata e sempre meno umana.
La depressione sorge laddove risiede l’infelicità.
Quando insorge in noi la depressione è segno che è giunta l’ora di fermarci, prenderci una lunga pausa e ritrovare l’equilibrio perduto, ma oggi tutto ciò è pressoché impossibile, la gente è terrorizzata dall’idea di assentarsi dal lavoro per tutto il tempo necessario che serve per ristabilirsi.
Anche per una banale influenza oggigiorno si ricorre ai farmaci che in men di tre giorni permettono di tornare al lavoro, ma questo non è curare!
Il tempo necessario all’influenza perché svolga il suo naturale corso, varia dai sei fino ai dieci giorni e ciò che suggerisce la natura in questo breve periodo è di coricarsi a letto sotto le coperte e riposare, alzandoci di tanto in tanto per prepararci una tisana calda e per mettere legna sul fuoco.
La vera guarigione avviene con il riposo fisico e mentale., essere ammalati, infatti, è una buona occasione non solo per curare il proprio fisico, ma anche per curare la mente.
Lunghi giorni di riposo ci consentono di leggere, di abbandonare temporaneamente i nostri impegni quotidiani, di alzarci tardi la mattina, di mangiare senza fretta, di girare per casa tutto il giorno in pigiama e di concederci lunghi bagni rilassanti al lume di candela, ascoltando la musica che più ci piace, in questo modo le nostre batterie sia fisiche, sia mentali, si ricaricheranno al 100%.
Il sol fatto poi di restarvene a letto sapendo che in quel momento i vostri colleghi si sono alzati da un pezzo e stanno già lavorando, moltiplicherà ulteriormente il vostro piacere.
Chi non ricorda con nostalgia il benessere che si provava da giovani nel restarcene a casa con la febbre, mentre tutti gli altri dovevano andare a scuola?
Un’intera mattinata vissuta nella totale assenza di regole, di sveglie e di obblighi.
Non sprecate dunque il prezioso dono di essere ammalati, (sia chiaro stiamo parlando di malanni banali, come un raffreddore, l’influenza, un po’ di febbre…), prendetevi tutti i giorni che vi servono per guarire, perché il tempo è il miglior dottore che esista e soprattutto, non costa niente.
Riposatevi senza vergognarvi di cosa penseranno i vostri colleghi nel frattempo al lavoro, ricordate che voi siete essere umani, non muli da traino!
Daniele Reale
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