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400.000 mila Euro a Benigni per cantare una canzone di Merda!

Benigni: lo share non è tutto
Un compenso da 400 mila euro per una stanca performance.
di Bruno Giurato
Il picco di ascolti di Il più grande spettacolo dopo il week end è stato l'Inno del corpo sciolto di Roberto Benigni. Alle 23,10, quando il Nostro ha iniziato a intonare la canzoncina, gli spettatori hanno raggiunto quota 16 milioni e 60 mila. Alla fine del cameo si è avuto il picco di share: 61,55%. Sono numeri che dicono molto, se non altro giustificano gli introiti pubblicitari per un cachet del Roberto nazionale che, secondo i bene informati, si aggira sui 400 mila euro.
Ma secondo molti quella del 5 dicembre 2011 non è stata un'apparizione memorabile. Aldo Grasso sul Corriere della sera ha scritto di un Benigni «spento».
I critici televisivi, chi più chi meno, hanno sottolineato la dipendenza di Benigni da Berlusconi: e in effetti la Fiaba del Cavaliere è stato il momento più allegro della performance. La predica finale del premio oscar è risultata un minestrone di luoghi comuni. Benigni ha aperto dicendo: «io sono quello che sa meno del mondo», dopodiché, tanto per correggere la professione di umiltà, è passato a citare l'Ecclesiaste: «Due sono più di uno». E in chiusura l'artista toscano ha chiuso ricordando il geniale fumettista Andrea Pazienza: «Non bisogna mai tornare indietro, neanche per prendere la rincorsa». Solo che la frase non era di Pazienza, che l'aveva solo riportata in un fumetto. Pare fosse di Che Guevara.

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