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Adusbef:”Il canone RAI in bolletta potrebbe configurare l’ipotesi del reato penale di appropriazione indebita ed estorsione”.



La nuova norma che “impone” il pagamento del canone RAI a tutti coloro che hanno un utenza elettrica, secondo Elio Lannutti di Adusbef e Rosario Trefiletti di Federconsumatori
,potrebbe configurare l’ipotesi del reato penale di“appropriazione indebita ed estorsione”.

Nello specifico, il caso dell’addebito in conto corrente del canone Rai a tutti gli utenti elettrici che hanno domiciliato, in banca, in posta o su carte di credito, le bollette della luce a prescindere del possesso o meno di un televisore, presumendo che tutti siano in possesso di una Tv, potrebbe configurare i reati ipotizzati, in quanto l’automatismo del pagamento, non lascerebbe agli utenti alcuna scelta possibile.

Lannutti e Trefiletti hanno diramato un comunicato congiunto nel quale spiegano le motivazione della denuncia: “Esigere il canone non già ai possessori di apparecchi televisivi, ma a chiunque abbia un’utenza elettrica ossia famiglie, imprese, uffici pubblici, condomini, pensionati, studenti e disoccupati, sono evidenti lesioni delle norme costituzionali”. Ed ancora, “rappresenta l’ennesimo tentativo di fare cassa mettendo le mani nelle tasche dei cittadini, che non sarebbero più liberi di decidere se possedere o meno un televisore”. Ed infine, “questa norma, riporta l’Italia indietro al quinto secolo, quando i signorotti di turno imponevano gabelle medievali”.

Dure e precise le accuse che i due rappresentanti di associazioni di liberi cittadini rivolgono al governo ed altrettanto dura sarà la risposta legale che intendono dare.

“L’addebito diretto delle bollette sul conto corrente bancario o postale o su carte di credito,che si intendono in ogni caso estese al pagamento del canone di abbonamento televisivo, qualora si siano date autorizzazioni alle società elettriche per il pagamento della luce, può configurare i reati di appropriazione indebita ed estorsione, che Adusbef e Federconsumatori stanno valutando di presentare come denunce penali anche a carico delle aziende, assieme ai ricorsi in sede civile, per l’evidente lesione dei principi costituzionali di non individuare con certezza il destinatario di gabelle o tasse, ma secondo arbitrari criteri, presunti e/o presumibili”.

Siamo all’inizio di un contenzioso destinato sicuramente ad intasare non solo i tribunali civili ma anche quelli penali e i giudici di pace, come se le procure non fossero già abbastanza intasate.

Fonte:fattieavvenimenti.altervista.org

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