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A chi appartengono le principali testate giornalistiche italiane? L’inchiesta che vi lascerà senza parole

Se foste giornalisti, in nome della verità, scrivereste un articolo denigratorio sul vostro datore di lavoro? Se foste un direttore fareste pubblicare ad esempio un articolo denigratorio su chi finanzia, direttamente o indirettamente, il vostro giornale?


Sono questi i “paletti” che molto probabilmente limitano giornalisti, editori e direttori di molte testate giornalistiche italiane.

Ti sei mai chiesto come e chi raccoglie le notizie riportate da giornali e tv?

Le notizie vengono raccolte dai giornalisti direttamente o indirettamente: nel primo caso il giornalista raccoglie le informazioni dai protagonisti o dai testimoni dei fatti, nel secondo caso il giornalista riceve la notizia da un’altra fonte che ha raccolto l’informazione, l’ha elaborata e fornita. Queste fonti secondarie sono appunto le agenzie di stampa (imprese editoriali create allo scopo di fornire notizie ad altri “organi di informazione”come giornali, tv, radio, eccetera), ma anche gli uffici stampa pubblici e privati, gli addetti stampa, gli uffici di promozione, le segreterie, i portavoce, eccetera.

Ebbene la maggior parte delle notizie che leggiamo sui giornali non viene “prodotta” direttamente dai giornalisti del giornale, ma elaborata dalle notizie fornite da una fonte intermedia.

E’ proprio questo il problema, l’elaborazione…

Le agenzie di stampa vengono considerate notevolmente affidabili e attendibili perché verificano e selezionano le notizie che distribuiscono, perché offrono informazioni particolareggiate, perché sono soggette a costante verifica, perché competono una con l’altra e la loro credibilità dipende dalla qualità e dall’esattezza delle informazioni.

Ma le notizie fornite dalle nostre agenzie vengono riportate così come sono da giornali e tv? O sono soggette ad una eccessiva “elaborazione”?

Una cosa è certa, l’imparzialità di una testata giornalistica dipende soprattutto dalla sua indipendenza economica, politica e dalla sua struttura sociale. Ma in Italia i giornali indipendenti sembrano essere davvero pochi.

Andando a ricercare proprietari, finanziatori diretti ed indiretti di alcune delle principali testate giornalistiche italiane ecco cosa ne viene fuori:

1- “Repubblica” appartiene a De Benedetti, tessera n. 1 del PD

2- “Il Messaggero” a Caltagirone, palazzinaro di Roma e suocero di Casini.

3- “La Stampa” all’ex gruppo FIAT, gruppo De Benedetti.

4- “Il Corriere della Sera” è partecipata da Mediobanca ed è indebitata con Unicredit, che è socia di Mediobanca.

5- “Il Giornale” appartiene alla famiglia Berlusconi.

6- “Libero” appartiene alla famiglia Angelucci, immobiliaristi.

7- “Il Foglio” appartiene alla famiglia Mainetti, immobiliaristi.

8- “Il Sole 24 ore” appartiene a Confindustria.

9- “Agi (Agenzia giornalistica italiana)” è partecipata dall’ ENI. …e così via.

In pratica l’informazione italiana è in mano a banche, immobiliaristi, all’Eni (che oltre ad essere proprietaria dell’Agi sponsorizza tutta la stampa), alla famiglia Agnelli, a Berlusconi ed ai grandi imprenditori, che a loro volta sono indebitati con le banche.E quando un giornale viene comprato da un’azienda o da un gruppo la cui attività principale non riguarda l’informazione, il media diventa uno strumento che usa l’informazione per altri scopi, principalmente per influenzare le persone

La domanda banale da porsi è: i direttori dei quotidiani, scelti dai proprietari, ed i giornalisti dipendenti di questi giornali sono liberi o devono fare gli interessi del loro datore di lavoro?

A nostro avviso nessun giornalista si può permettere di indagare chi gli paga lo stipendio, e non ci vuole un genio per capire il motivo. In Italia sono pochi i giornalisti veramente liberi, tutti gli altri per sopravvivere non si posso ribellare e raccontare la verità.

Riferimento: viteconsapevoli.com

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