Trova
sempre più conferme la notizia sui movimenti dei vertici dell’Isis dalla
Siria verso la più “tranquilla” Libia. L’ultima arriva dal Cremlino per
voce del ministro degli Esteri di Vladimir
Putin,Sergej
Lavrov, che ieri ha incontrato i giornalisti italiani a Mosca. Le
ultime indiscrezioni dicono che il Califfo in persona, Al Baghdadi, sia
arrivato a Sirte, di fatto a poche centinaia di chilometri dalle coste
italiane.
Lavrov
non si sbilancia, ma assicura: “Il Califfato vuole fare di Sirte una
filiale di Raqqa. Per l’Italia è un problema serio. Noi siamo pronti ad
aiutarvi”. Sulla posizione del Califfo resta prudente, come riportato
dall’intervista su Repubblica: “Non so dove sia Al Baghdadi – ha detto
Lavrov -. Ma abbiamo informazioni su cellule dell’is insinuate nelle
milizie libiche”. L’obiettivo del capo dell’Isis è tutto propagandistico
e con la mossa di arrivare in Libia vuole dimostrare di potersi
espandere perché riscuote successo ovunque arrivi il suo esercito: “Per
l’Italia – avverte il ministro russo – è una forte preoccupazione per
motivi geografici e storici. Putin e Renzi ne parlano da più di un anno
in tutti i loro incontri. Faremo del nostro meglio per aiutarvi”.
L’intervento
– Intervenire militarmente in Libia sembra sempre più indispensabile,
ma Lavrov vuole mettere in guardia i Paesi Nato ricordando i gravi
errori del passato in quelle terre: “Speriamo che tutti si rendano conto
del grave errore commesso in Libia quando si pensò che la fine di un
regime fosse la panacea di tutti i mali. Bombardare Gheddafi – ricorda
Lavrov – destituirlo, giustiziarlo in diretta tv, ma senza un progetto
alternativo, fu una grave dimostrazione di irresponsabilità. Noi
diciamo: non scavare una buca per gli altri, perché poi ci cadi anche
tu”.
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