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NUTELLA, SE LA CONOSCI LA EVITI

La storia della nutella La Nutella nasce ufficialmente nel 1964 , ma le sue origini risalgono agli anni ’40, alla fine della seconda guerra mondiale. Fu allora che Pietro Ferrero, un pasticcere di Alba, provò a sostituire il costosissimo
cioccolato con le nocciole (un prodotto tipico delle Langhe piemontesi): nacquè così la Pasta Gianduia (o Giandujot), che era confezionata sottoforma di pani avvolti nella carta stagnola, si tagliava a fette ed era economica. Nell’estate del 1949 la ricetta venne ritoccata e l’impasto reso più morbido, cremoso. Da lì a due anni venne lanciato un nuovo prodotto, la Supercrema, che venne confezionata in barattoli e venduta come crema spalmabile. Nel 1964 il nome venne modificato in Nutella (al suffisso “nut”, che si rifà al termine inglese di nocciola, venne agganciata la desinenza “ella”, che evoca attributi positivi ed è facile da pronunciare ad ogni latitudine). Un mito da ridimensionare So che queste righe non faranno piacere alla maggior parte di quelli che le leggeranno, ma devo scriverle perché certe cose bisogna saperle. La Nutella è un mito. L’immagine che la Ferrero è riuscita a costruire intorno a questo prodotto è incredibile: nell’immaginario popolare la Nutella è un prodotto irraggiungibile, unico. È non potrei di certo affermare il contrario, mi interessa invece spiegare il perché di questa unicità. L’unicità della Nutella non è (purtroppo) dovuta alla qualità del prodotto, ma al rapporto qualità prezzo e dalla pubblicità. Moltissimi tentativi di imitazione falliscono miseramente non perché la Nutella è irraggiungibile dal punto di vista della qualità, ma perché nessuno riesce a produrre qualcosa di altrettanto appetibile allo stesso prezzo. Assieme alla Coca Cola detiene primati straordinari in un mondo industriale che tende a bruciare in fretta i suoi prodotti: marchio longevo e intoccabile, ricetta segreta e custodita con tutta l’attenzione che il suo valore – milioni di euro – merita. La Nutella non è fatta di nocciole E’ una cosa schifosamente grassa che il nostro stomaco odia perché ci deve mettere tutta la sua buona volontà per digerirla; è infatti composta: Per metà da zuccheri (se non mi credete guardate i valori nutrizionali dietro il barattolo!) Da un buon 30% da grassi (l’olio vegetale non è l’eccellente olio d’oliva con cui condite l’insalata!) che non sono proprio un toccasana E, solo per il 13% di nocciole. VALUTAZIONE NUTRIZIONALE Per chi non l’avesse sottomano eccola qui la nostra etichetta: 1)zucchero 50% 2)olio vegetale 31% 3)nocciole 13% 4)cacao magro 5)latte scremato in polvere 5% 6)emulsionante lecitina di soia 7)aromi Zucchero 50% Quanti dei consumatori di zucchero bianco sono a conoscenza che stanno mangiando una miscela contenente calce, resine, ammoniaca, acidi vari e “tracce” di barbabietola da zucchero ? Così prodotto, lo zucchero industriale è un prodotto “morto”, nocivo al nostro organismo. Questo è dovuto alla sua laboriosa lavorazione, in gran parte voluta per renderlo presentabile agli occhi del consumatore “raffinato”. Il prodotto di partenza triturando (la barbabietola o la canna da zucchero), la sostanza risultante viene poi trattata con calce viva, cioe’ viene cotto con latte di calce, nella quale i componenti nobili del vegetale (albumine e minerali) precipitano, distrutti dalla reazione alcalina e dal calore. Le principali sostanze chimiche utilizzate nella produzione di saccarosio (zucchero) sono la calce viva come depurante e i solfiti come sbiancanti. L’ultimo processo, la raffinazione, avviene utilizzando acido carbonico, acido solforico ed altre sostanze (carbonato di calcio) non meno dannose, se rimangono anche in parte nello zucchero. L’utilizzo del blu indantrene o meglio E130 è stato vietato nel 1977, se qualcuno pensa che venga ancora utilizzato, basterà una semplice e poco costosa analisi di laboratorio seguita da una bella denuncia per frode alimentare. Sono in particolare i bambini i più grandi consumatori di questa sostanza dolce. Ma fa bene? Il nostro corpo non è fatto per i cibi raffinati perchè…. A) Lo zucchero è la causa principale della formazione di carie, B) Favorisce i processi fermentativi con conseguente aumento di flora batterica tossica per l’intestino, C) Compie un’azione demineralizzante e decalcificante D) Agisce sull’umore in modo negativo Benché lo zucchero contenga le stesse calorie al grammo di altri carboidrati, è l’unico alimento che non apporta al fisico nutrimenti importanti come fibre, vitamine o minerali, al contrario, per permetterne il suo assorbimento, l’organismo deve investire buona parte delle sue risorse di vitamina del gruppo B (da ricordare che il crescente aumento delle depressioni e di esaurimenti nervosi è dovuto in gran parte alla carenza di vitamina B1 e B5). Anche il nostro sistema endocrino si sbilancia per l’introduzione di quest’elemento, che non esiste in natura, e di conseguenza ne risente il nostro umore. Qualche anno fa un giudice inglese condannò un bambino, che aveva messo a soqquadro una scuola, a sei mesi d’astinenza da dolci. Dopo un mese l’umore della piccola peste era ritornato normale ! D) E’ la vera causa dell’incremento dei diabetici nei paesi industrializzati. E) E non fa neppure bene al cervello, la ricerca sfata completamente la credenza che “lo zucchero fa bene al cervello”, evidenziata da molte pubblicita’ legate ai produttori dello zucchero raffinato. Una glicemia anche solo moderatamente sopra la norma può provocare problemi di memoria e restringere l’ippocampo, la parte del cervello fondamentale per l’immagazzinamento di nuove informazioni. L’aumento dei livelli di zucchero nel sangue è stato studiato dal dr. Antonio Convit, psichiatra della New York University. Egli ha esaminato 30 soggetti sani fra i 53 e gli 86 anni di età. Gli esami riguardavano una risonanza magnetica del cervello dei soggetti, una serie di test cognitivi e un esame per verificare la loro capacità di rimuovere il glucosio dal sangue. I soggetti con livelli di zucchero particolarmente elevati erano quelli con le peggiori prestazioni nel test di memoria, e il loro ippocampo era più piccolo. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences” (PNAS) e riportato da LeScienze.it. Il problema della minor tolleranza allo zucchero negli anziani è molto serio. E’ proprio con l’aumento dell’età che aumentano le persone affette da diabete senile. Il fatto è che si tende a dare colpa del problema all’età, mentre l’ippocampo secondo noi si atrofizza perche’ la presenza di zuccheri raffinati nell’alimentazione e’ tossica. E’ proprio una dieta errata, perche’ troppo ricca di cereali, a causare molti danni al cervello, e non solo. F) Ora, a sorpresa, sarebbe anche la causa principale delle odiate rughe, sono i vari effetti della “glicazione” – questo è il nome scientifico del fenomeno. Sembra infatti che si depositi nelle proteine della pelle diminuendone l’elasticità (attacca le fibre di collagene e l’elastina, irrigidendole) e aumentando la formazione di rughe, il rilassamento cutaneo ed i danni da photoaging e questi sono i principali e primi malanni fino ad ora riconosciuti dalla medicina ufficiale dei danni dello zucchero raffinato. Olio vegetale 31% Il grasso delle nocciole (naturale e benefico, poichè contiene grassi mono e poliinsaturi e svariati micronutrienti benefici), è sostituito dagli “oli vegetali”. Quando in un’etichetta trovate la definizione olio vegetale, anche se la vostra mente pensa d’istinto all’olio d’oliva (fondamentale per la crescita) in realtà, il più delle volte non si tratta nemmeno di oli di mais o di semi vari, bensì di olio di palma, di colza, di cocco. Quest’ultimi sono facilmente reperibili dalle industrie dolciarie che ne fanno grande uso, sia per il loro basso costo, che per la loro resa che hanno sul prodotto finito. Gli oli vegetali, che costituiscono la maggior parte dei grassi presenti nella Nutella, costano decine di volte meno delle nocciole. È molto probabile che questi oli siano raffinati, e dato che la legge non impone di indicare la provenienza, possono essere ricavati da qualunque pianta. I produttori poi, non specificano se sono saturi, mono insaturi, polinsaturi, insaturi, potrebbero essere costituiti, per esempio, da oli di palma e/o di cocco, e contenere quindi una percentuale di grassi saturi molto elevata, Certo il 31% è meno della metà però ci son grassi e grassi… Sull’etichetta non vengono riportate informazioni riguardo al tipo di grassi, quindi non è possibile risalire nemmeno indirettamente al tipo di oli vegetali contenuti nella Nutella. La direttiva europea consente di utilizzare i seguenti tipi di grassi vegetali nelle tavolette di cioccolato: burro di illipé, olio di palma, burro di karité, cocum, noccioli di mango e olio di cocco. Tuttavia non si può affermare con certezza che venga usato uno di questi grassi, poichè le creme spalmabili non rientrano nella categoria. L’olio di colza è estratto da una pianta della famiglia delle crocifere. Si è diffuso rapidamente grazie al costo contenuto e la bassa acidità. Ha una discreta quantità di acido linoleico ( riduce l’innalzamento del tasso di colesterolo). Generalmente è mescolato ad altri olii per ridurre la presenza di un acido grasso (erucico) che in grandi dosi può avere effetti tossici, oppure viene estratto da una varietà di crocifera, geneticamente modificata, che non contiene acido erucico. Insomma meglio evitarlo. L’olio di palma e quello di cocco sono largamente impiegati oltre che in Africa, per la produzione di margarina perché contengono grandi quantità di acidi grassi saturi(80%- 91%). Questi olii sono quasi solidi a temperatura ambiente, in quanto sono simili, per composizione in acidi grassi, ai grassi d’origine animale. Hanno una bassissima quantità di acido linoleico e quindi contribuiscono all’innalzamento del colesterolo. Essendo saturi favoriscono l’ictus e tutti i problemi cardiovascolari. A questo punto se dobbiamo ingozzarci di grassi saturi è meglio un panino col lardo di colonnata! Sicuramente più genuino. O pane burro e marmellata! Come una volta. Nocciole 13% Il nome Nutella è dovuto alla radice NUT ( nocciola) e il suffisso senza alcun significato ELLA. DUBBI: ma le nocciole saranno piemontesi? Cacao magro Possiam, notare che il cacao che, si presume, dovrebbe essere insieme allo zucchero, l’ ingrediente principale sta al quarto posto. Latte scremato in polvere 5% Viene data particolare enfasi al fatto che contenga “latte scremato” (la scritta campeggia ben in vista in un riquadro bianco). Quasi fosse un prodotto destinato a chi ha problemi di colesterolo o di linea. Leggendo gli ingredienti si scopre che il latte scremato rappresenta il 5% del totale. Se fosse stato intero, il prodotto avrebbe avuto 1.245 grammi di grassi in più (un aumento del 4%). A voi il giudizio: vi sembra una informazione importante per quanto riguarda la qualità e la salubrità del prodotto o è il solito specchietto per le allodole? Emulsionante lecitina di soia Va detto, che attualmente sul mercato, la lecitina di soia, pare sia soprattutto di orgine OGM, e le associazioni consumatori europee, non soddisfatte degli sutdi finora effettuati, stanno facendo campagne contro tutti i prodotti che non garantiscono sia soia nonOGM. Aromi In ultima postazione ci stanno gli aromi che, evidentemente, non sono naturali. Curiosità: La nutella contiene davvero ossa triturate? La cosa non è proprio esatta. Ma c’è del vero. In realtà le ossa tritate CI SONO nella nutella, ma per un’altra ragione: lo zucchero raffinato per essere sbiancato ci mettono appunto le ossa animali, quindi in ogni prodotto zuccherato ci si ciba involontariamente di ossa animali. Se non mi credi controlla la Wikipedia inglese: http://en.wikipedia.o…­ “The sugar refining industry often uses bone char (calcinated animal bones) for decolorizing” Quindi sì. Le ossa animali non ci sono solo nella nutella indirettamente, ma in tutte le bibite zuccherate e i sughi pronti zuccherati. Di conseguenza, oltre alla nutella, fai i conti tu di quante ossa mangiamo senza accorgercene, dato che lo zucchero raffinato te lo mettono pure nelle fette biscottate. Conosco amici che la dispensano ai propri figli come fosse essenziale per la loro crescita. Acquistano barattoli da 3 kg , tra l’altro meno convenienti ma più scenografici di quelli da 750 grammi, e via sul pane. Chiaramente, poco pane, perché al bambino non piace, ma tanta Nutella perché è buona e così almeno mangia. Se lo saranno chiesti di cosa fanno crescere questi poveri bambini? D’accordo se usata come dolce e dispensata con parsimonia, ma in quella maniera… Athena Hohenberg di San Diego, California, ha portato Ferrero in tribunale. Athena è una mamma che aveva l’abitudine di dare al suo bimbo di quattro anni, come prima cosa del mattino, alcune cucchiaiate di Nutella. Nella convinzione che fosse parte di una colazione “sana e equilibrata”, persuasa dall’etichetta e da uno spot Tv ambientato tra i giocatori della nazionale di calcio. Ma un giono un’amica le ha spiegato che, dal punto di vista nutrizionale Nutella è “sana e equilibrata” quanto del comune JUNK FOOD, diciamo una barretta di cioccolato. La mamma, scioccata e furiosa, si è rivolta a un’associazione di consumatori che, con una class action, ha querelato la Ferrero. Ora, per effetto di un accordo extragiudiziale, Ferrero Usa dovrà pagare una multa singolare e salatissima. 4 dollari per ogni confezione venduta negli Stati Uniti tra il 2008 e il 2012, uno scherzetto da oltre 3 milioni di dollari. L’accordo stabilisce che “le pubblicità Nutella diffuse in America non mettevano in rilievo tutti gli elementi nutrizionali della crema spalmabile, in particolare i grassi”. Athena Hohenberg, la mamma furiosa, ha aggiunto che “Nutella non è né sana né nutriente ed è simile a tante altre dolci e contiene livelli pericolosi di grassi saturi”. Oltre alla multa, Ferrero Usa si impegna a modificare alcuni spot pubblicitari e a rendere più chiara la tabella nutrizionale sulla confezione. Eppure, specie se paragonata ad altre colazioni di solito accettate, Nutella non sembra il demone ritratto dalla sentenza. Sì, lo ammetto, adesso mi rendo conto che la mia mamma, che me la faceva mangiare giusto due o tre volte all’anno e si ostinava a propormi la marmellata e il miele, aveva ragione. Di recente vi è stato un dibattito a livello europeo sul considerare o no questo prodotto dannoso ed apporvi una specifica etichetta, tipo quella delle sigarette, “causa obesità”. Farla da se con ingredienti selezionati Suggerisco una ricetta semplice semplice per un ottimo surrogato. Mettete in un bicchierino ( perché no, quello vuoto della Nutella) cacao amaro q.b fino a tre quarti del bicchiere. Aggiungete tre cucchiai rasi di miele preferibilmente d’acacia, poiché è il più insapore. Mescolate lentamente fino a che riuscite ad ottenere un composto denso ma cremoso. Se vi sembra ancora difficile riuscire ad amalgamare il cacao aggiungete ancora un pochino di miele. Avete ottenuto una crema al cioccolato ricca di zuccheri ed assolutamente senza grassi di nessun genere. Per la colazione è ideale e la si conserva benissimo per un sacco di tempo. Mancano le nocciole ma se riuscite a trovare la pasta di nocciole (mi hanno detto che esiste) potete aggiungerne un po’ e questa volta vi sembrerà Nutella (quasi!) Se volete fare un passo avanti usate miele che non sia di produzione industriale poiché spesso è extraeuropeo e in tutti i casi perde quasi tutti i valori nutritivi. Un prodotto alternativo e qualitativamente migliore: la crema spalmabile Novi. Basta confrontare gli ingredienti per capire che la crema spalmabile Novi è nutrizionalmente e qualitativamente superiore alla Nutella, per diversi motivi: 1) La quantità di nocciole è tre volte superiore (45% contro 13%). Non si tratta di pochi punti percentuali, ma di più del triplo! 2) La quantità di zucchero è inferiore. Infatti la quantità di carboidrati della Nutella è decisamente superiore (57 grammi contro 42.7), e gran parte di questi carboidrati proviene dallo zucchero (poichè gli altri ingredienti ne contengono pochi). Se si considera che il prodotto della Ferrero ha anche una quantità inferiore di proteine, è molto probabile che abbia un’indice glicemico più elevato, e sia quindi più incline a scatenare il meccanismo perverso dell’insulina. 3) I grassi della crema spalmabile Novi sono solamente quelli delle nocciole, (che ne contengono il 64%). Il grasso delle nocciole (naturale e benefico, poichè contiene grassi mono e poliinsaturi e svariati micronutrienti benefici. 4)Il burro di cacao è un’altro ingrediente piuttosto costoso assente nella Nutella. Queste differenze si riperquotono in modo decisivo sul costo. Si può concludere che il costo delle materie prime del prodotto della Novi è molto più elevato di quello della Ferrero. Se andate a spulciare negli scaffali di un grande supermercato, di fianco a decine di barattoli di Nutella vedrete qualche confezione di Novi, e vi accorgerete che il prezzo è di 10.25 Euro al kilo, contro 6 Euro del barattolo di Nutella di pari quantità. La qualità, come sempre, si paga (il 70% in più). Un confronto diretto è improponibile dato che la Nutella è un prodotto di massa e il Novi di nicchia (il ricarico sul Novi dovrebbe essere superiore), ma se consideriamo che la Ferrero spende milioni di euro per pubblicizzare la Nutella mentre la Novi spende molto meno per pubblicizzare l’intera gamma dei suoi prodotti, si comprende come il costo delle materie prime debba essere radicalmente diverso. Quando acquistate un barattolo di Nutella, state comprando un prodotto più a base di oli vegetali che non di nocciole, e molto probabilmente una buona parte dei soldi che spendete va a finanziare le campagne pubblicitarie della Ferrero (e non l’acquisto di nocciole). Ma è tutto negativo? Punti a favore della Nutella Il tenore di zucchero è alto, ma l’indice glicemico — 33 — è basso, vale a dire che l’energia è a rilascio lento. Il fatto che la Nutella contenga grassi poco salutari conta poco, è più una questione di principio, poiché in un regime alimentare caloricamente accettabile è sconsigliabile assumere, mediamente, più di 10 – 20 grammi al giorno di un prodotto con simili valori nutrizionali. Anche se i grassi contenuti nella Nutella fossero dannosi, la loro quantità sarebbe comunque irrisoria se il consumo rientrasse nei canoni di un regime alimentare corretto. C’è anche da rilevare un altro punto a favore della Nutella, probabilmente dovuto proprio agli oli vegetali. Il prodotto della Ferrero, infatti, risulta più spalmabile rispetto a quello della Novi. Questa caratteristica consente di spalmare veli più sottili, e in definitiva di limitare le quantità e quindi le calorie. Se siete abituati a non lesinare nelle porzioni, ovviamente questo vantaggio scompare.

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