Con la solita scusante delle Fake News, il social più seguito al mondo, Facebook, ha fatto chiudere 24 pagine che sembravano a favore del governo. Stiamo parlando di pagine con più di 2 milioni di utenti.
L’accusa è pesantissima, perché questi utenti screanzati «condividevano informazioni false e contenuti divisivi su migranti, antivaccini e antisemiti a ridosso delle elezioni europee, oltre la metà a sostegno di Lega e 5 Stelle». Chiaro?
Attenzione che il giudice in questione, cioè colui che afferma, senza commettere errori, che una notizia è falsa, non è Facebook. In questo caso la marionetta Zuckemberg è solo il mandatario, perché il mandante della censura è la ong Avaaz.
La segnalazione sembra infatti essere partita dal sito spuntato dal nulla negli Stati Uniti nel 2007.
Ma cos’è Avaaz? Diciamo che è una sorta di «organizzazione di comitati di propaganda elettorale», che con la scusa della raccolta firme contro questo o a favore di quello, incamera colossali indirizzari mail (gentilmente consegnate dai firmatari delle petizioni online) per poi invadere i computer di tutti gli iscritti con post sponsorizzati e promossi su tutti i social.
Anche in questo caso di mezzo c’è sempre lui, George Soros, l’ebreo ungaro naturalizzato americano che con la sua potentissima corazzata miliardaria Open Society, controlla a cascata le ong di mezzo mondo.
La sua fondazione, con badilate di dollaroni è in grado di condizionare la politica, l’economia e la finanza del pianeta; non a caso tutte le famose «rivoluzioni» sono opera sua.
Ricordiamo anche che nell’International Board di Open Society siede una certa Emma Bonino (ex Bilderberg), già commissario UE e oggi a capo del partito che chiede "sempre + Europa".
Formazione politica questa ben oliata dall’amico Soros.
Per capire che Avaaz non è un organo imparziale basta osservarne le segnalazioni e le battaglie politiche, chiaramente orientate e non certo super-partes. Per non parlare dei finanziamenti di cui ha beneficiato.
Avaaz.org infatti è stata co-fondata da «Res Publica» e dal gruppo progressista «MoveOn.org», movimento quest’ultimo vicino al partito democratico americano, che solo nel 2004, stando al Washington Post, ha ricevuto ben «1,6 milioni di dollari da Soros».
Nel 2018 Avaaz ha lanciato l’ennesima petizione contro l’organizzazione dei Mondiali in Russia, ma nel mirino ovviamente c’erano Vladimir Putin e il presidente della Siria Bashar al-Assad: «Da tutto il mondo vi chiediamo con forza di opporvi ai crimini contro l’umanità che la Russia sta perpetrando in Siria».
Nel febbraio dello scorso anno, come scriveva Franceso Boezi su «Il Giornale.it», sempre Avaaz invitava a votare contro la coalizione di centro-destra, data per vincente in tutti i sondaggi: tant’è che sulla sua pagina Facebook veniva pubblicato un video dal contenuto eloquente: «La coalizione Berlusconi, Salvini e Meloni è quasi maggioranza. Maggioranza. Ma possiamo fermarli.»
Ha ancora senso continua a firmare petizioni con Avaaz?
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